Il direttore generale dell’Azienda Usl Tiziano Carradori ha illustrato a più riprese la programmazione degli investimenti cominciando dalla vera emergenza rappresentata dal Pronto soccorso e a seguire la realizzazione di altre opere importanti per il territorio come la Casa della Salute. Occorre dare atto al direttore della sua tenacia e del dinamismo sul piano dell’azione, frutto di una grande esperienza maturata sul campo, tuttavia la riflessione sull’argomento generale porta ad alcune riflessioni critiche con la speranza che vengano interpretate in senso costruttivo.

Il miglioramento della sanità passa indubbiamente attraverso gli investimenti indispensabili per offrire standard adeguati ai pazienti, ma il tema va affrontato nella sua globalità, partendo, ad esempio, dal decollo azzoppato delle case della salute che non hanno perseguito uno degli obiettivi di fondo cioè quello di sgravare l’attività al Pronto soccorso. Anzi, se possibile, ha incrementato gli accessi al servizio di emergenza ospedaliero, già gravato da pesi insopportabili e inadeguati rispetto alle risorse fondamentali necessarie, vale a dire infermieri e medici ma anche sottodimensionato per gli spazi funzionali di attesa.

Tra l’altro le prestazioni comprese nei Lea dovrebbero soddisfare il principio di appropriatezza basato essenzialmente dall’efficacia, dalla qualità ed economicità che, nonostante il gravoso impegno profuso dal personale, spesso non si è verificato appieno. Inoltre la vera “rivoluzione “ di sistema in grado di coinvolgere in modo sistematico i medici di base, le case della salute e l’ospedale ha messo in luce il difficile rapporto che, di fatto, non ha portato a risultati apprezzabili specie sotto l’aspetto dell’efficienza produttiva. Tornando al Pronto soccorso va perseguita, dunque, una politica tesa a coprire i numerosi posti mancanti del personale per potere offrire servizi e assistenza adeguati, assicurando la dovuta dignità ai pazienti e agli operatori sanitari stessi.

Con l’occasione e in riferimento a tutti i servizi dell’ospedale si mette anche in evidenza un aspetto più volte sollecitato dai cittadini – utenti: il rapporto operatori sanitari-pazienti certamente non soddisfacente. Gli indicatori in questo senso offrirebbero valutazioni molto basse e al riguardo, sempre chiamando in causa il Pronto soccorso, basti pensare alle lunghe attese in condizioni di disagio, senza privacy, con personale non sempre pronto ad affrontare le esigenze dei pazienti, mancanza di comunicazione e di informazione. In altre parole occorre un grosso lavoro sul piano dell’umanizzazione dei servizi non solo perché lo prevede il Piano Sanitario, ma per migliorare il servizio alla persona soprattutto per l’accoglienza e l’ospitalità mutuate dal settore alberghiero. Si tratta di assicurare la dovuta dignità ai pazienti peraltro senza alcun costo aggiuntivo.