Le scelte strategiche del nuovo Governo sul piano infrastrutturale, seppure ancora tracciate confusamente, destano preoccupazione per le ricadute sull’intera penisola ma anche alla nostra città. Proprio per quanto ci riguarda da vicino, uno dei temi principali è quello di assicurare per Ravenna il connotato di città portuale che merita, per farle rivivere un passato importante ingiustamente perso di vista dai vari governi che si sono succeduti. E’ un dovere per le istituzioni e per ogni forza politica che si rispetti impegnarsi per difendere e far crescere il nostro territorio in difesa del porto della regione. L’obiettivo prioritario imprescindibile è quello dell’approfondimento dei fondali, pena il blocco dello   sviluppo e della competitività dello scalo ravennate. La prima tranche di approfondimento dei fondali è stata approvata ma è ancora all’orizzonte e da sola non può risolvere i vari problemi. D’altra parte occorre mettere in risalto come molte opere in fase progettuale non abbiano alcuna certezza sul piano della fattibilità, se si considerano le numerose azioni contrastanti da parte degli esponenti del governo. E con queste premesse, senza gli opportuni interventi infrastrutturali sul retroporto e sulla logistica facciamo fatica a proporci seriamente come Hub portuale.

Credo che le istituzioni e i partiti locali debbano fare quadrato per ottenere quello che la città merita, vale a dire il nostro Hub portuale, riflettendo seriamente sui collegamenti con le grandi direttrici e sul miglioramento del trasporto in particolare quello su rotaia che dovranno essere in grado di fronteggiare e supportare una struttura di riferimento così importante.

Riguardo a questo sarà opportuno anche affrontare sia il problema del ruolo della Sapir per compiere, in particolare, scelte coerenti sulle aree portuali di sua proprietà in un quadro di estrema chiarezza, sia fornire risposte esaustive e tranquillizzanti alle giuste preoccupazioni degli operatori e dei cittadini delle località di Marina di Ravenna e di Porto Corsini per quanto concerne eventuali prevedibili aumenti di insediamenti industriali potenzialmente pericolosi lungo il Porto Canale.