Il provvedimento che doveva bloccare gli orari continuati in particolare nei giorni festivi come risultato di un’ iniziativa popolare, non è mai decollato. Giustamente in prossimità delle feste civili e religiose, il principale interesse è focalizzato sul settore turistico, vero comparto trasversale della nostra economia, tuttavia non si può mettere in secondo piano il commercio, proprio alla luce di un certo disagio avvertito specialmente dal personale addetto alle vendite. E a tal proposito sull’argomento vale la pena di ricordare che nel 2014 il Movimento 5 Stelle promosse un’ iniziativa popolare chiedendo la chiusura dei supermercati nelle giornate festive. Allora come ora si condivide la linea tracciata dai Pentastellati poiché tale proposta riprende una sorta di battaglia intrapresa e sostenuta dalla Confesercenti e pienamente condivisa dalla Conferenza episcopale italiana, la C.e.i., sempre nel 2014, per portare in Parlamento una proposta di legge d’ iniziativa popolare con l’obiettivo di rendere le giornate festive compatibili con le esigenze degli imprenditori e dei consumatori. Iniziativa, va ricordato, che ha ottenuto un larghissimo consenso sul piano delle adesioni perché il suo precipuo scopo era ed è quello di mettere al centro alcune questioni umane e sociali che nel tempo sono state sacrificate sino a svuotare la festività domenicale del suo significato religioso e come giornata di cessazione delle attività lavorative e di riposo. Peraltro abbiamo potuto toccare con mano come la liberalizzazione degli orari non abbia contrastato gli effetti della crisi, come dimostrano, tra l’altro, gli stessi dati statistici: ad esempio, sono calati i consumi e a questo si aggiunge, poi, il numero impressionante di saracinesche abbassate o intenzionate a farlo appena possibile soprattutto per l’asfissiante carico fiscale. Per non parlare, poi, del fenomeno non trascurabile delle vendite on line con cifre oltre il 13% ! Forse l’unico vantaggio concreto del non stop per i negozi è andato unicamente a favore degli ipermercati e in particolare di quelli presenti sul territorio di marca Coop, ma le piccole imprese e quelle di vicinato ormai ridotte a numeri impercettibili, non solo non hanno tratto alcun beneficio, ma addirittura sono state seriamente penalizzate su vari fronti.

   La raccolta delle firme per disciplinare le aperture domenicali al fine di riassegnare la competenza alle regioni, è stata, dunque, un’ottima iniziativa perché, oltretutto, specie dal punto di vista sociale, ha evidenziato come l’economia e il lavoro rappresentino un gradino valoriale importante della nostra vita, ma senza eccessi e forzature. Questa liberalizzazione degli orari attuata in nome del rilancio economico, rischia di rappresentare, infatti, un mero pretesto per annientare il riposo domenicale a totale discapito dei lavoratori e delle famiglie e senza, oltretutto, migliorare il dato dei consumi e in mancanza di benefici concreti sul piano economico.

Confidiamo, dunque, sulla promessa assunta dal Movimento 5 Stelle che oggi è forza di governo del Paese affinché trovi soluzioni alle questioni del commercio e traduca gli impegni in azioni concrete.