Inaugurazione: sabato 21 dicembre 2019 ore 18:00
Orari di apertura: dal lunedì alla domenica ore 10:00-12.00 e 15:00-19:30

Sabato 21 dicembre alle ore 18:00 presso la Galleria Comunale La Molinella di Faenza inaugura SOLO PER ZIA GIUSY, mostra personale di Filippo Zoli a cura di Irene Margotti. Il titolo della mostra è un esplicito omaggio a Giusy, zia dell’artista faentino che torna ad esporre nella città natale per celebrare questo fondamentale legame familiare. È stata proprio zia Giusy, infatti, ad incoraggiare Filippo Zoli ad intraprendere il percorso artistico di cui in mostra sono esposti gli ultimi esiti. Dai primi esordi nella bottega di Vittoriana Benini all’età di 11 anni sono state molteplici le evoluzioni stilistiche e le trasformazioni poetiche attraversate da Filippo Zoli: dalla pittura alle arti applicate, dal teatro al cinema, per giungere alle monumentali composizioni di street art, in un coraggioso passaggio dal muro alla tela, dalla strada alla galleria. La mostra espone non tanto l’approdo di queste febbricitanti ricerche, quanto le più recenti indagini, frutto di un’incessante evoluzione e di un’espressione in continuo mutamento. La contingenza di questo progetto amplifica e dà slancio all’impeto creativo di Zoli: le opere in mostra saranno infatti eseguite esclusivamente site-specific negli ambienti della galleria nel tempo dei tre giorni precedenti l’inaugurazione. Tre giornate in cui Filippo Zoli si troverà a dipingere con la bomboletta spray quattro enormi tele, in un’azione catartica di commemorazione e omaggio a zia Giusy. Nessuno può conoscere quale sarà l’aspetto finale delle grandi opere, nemmeno l’artista stesso. La galleria aprirà quindi le sue porte mostrando non solo i lavori appesi alle pareti, ma anche uno spazio vissuto tra produzione artistica ed elaborazione del lutto, tra energia creativa e abbandono dei sensi, tra paure, fragilità, fantasmi e dimensioni salvifiche. Materia e gesto si faranno veicolo di un’espressione urgente, viscerale, profonda.

La mostra, patrocinata dal Comune di Faenza, sarà allestita dall’architetto Ennio Nonni ed è resa possibile grazie al contributo di Spazio 98, La Tartaruga arredamenti d’interni, Preti Chiara architetto.
Domenica 22 dicembre alle ore 18:00 lo spazio espositivo accoglierà Anatomia dell’inquietudine, composizioni di musica e parole in dialogo con i Canti orfici di Dino Campana attorno all’opera di Filippo Zoli, a cura di Gianmaria Beccari e Filippo Medici.

La mostra resterà aperta dal 21 dicembre 2019 al 7 gennaio 2020 con i seguenti orari: dal lunedì alla domenica ore 10:00-12:00 e 15:00-19.30. Il 7 gennaio alle ore 18:00, in occasione della chiusura della mostra, le enormi opere in esposizione verranno vendute in frammenti, prenotabili già in corso mostra, per un mosaico di diffuse appartenenze.

Filippo Zoli è nato a Faenza nel 1991.
A 11 anni comincia a dipingere ad olio nella bottega della pittrice Vittoriana Benini. Frequenta la scuola di disegno Tommaso Minardi di Faenza e nel 2009 si diploma all’Istituto d’Arte Gaetano Ballardini della sua città come maestro d’arte ceramica. Dopo il diploma si trasferisce a Roma per due anni, dove gira cortometraggi e lungometraggi. Nella Capitale comincia anche la sua esperienza da street artist e writer. Dopo l’esperienza a Roma si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze per studiare pittura. Dopo un anno abbandona l’Accademia per dedicarsi alla street art e ai primi monumentali pannelli a spray. A Bologna si dedica alla fotografia, nel 2013 apre il suo studio e comincia a fare mostre, spostandosi in tutta Europa. Con la galleria Jelmoni di Piacenza espone a Berlino, Piacenza e Milano. A Palermo partecipa alla Biennale dei giovani. A palazzo Pepoli a Bologna espone 5 immense tele grazie ai suoi collezionisti. Ha viaggiato in lungo e in largo per l’Europa come pittore e street artist e per ben due volte si è recato in America. Nel 2009 si trova in Texas nello studio del pittore italo americano Benini e nel 2017 esegue un importante commissione per una fabbrica di Imola a Las Vegas. Attualmente frequenta l’Accademia di Brera, espone in mostre personali e collettive e le sue opere fanno parte di numerose collezioni private.