“La strage degli operai nei luoghi di lavoro continua ogni giorno e non trova alcuna sponda nel governo, nel padronato, nelle Istituzioni e nei confederali riuniti nel recente Vertice neocorporativo che possa raccogliere le istanze e difenda la vita e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
E questo lo sosteniamo ancora una volta, in particolare oggi dopo l’ennesima morte sul lavoro avvenuta a Ravenna. Dopo otto giorni di sofferenze atroci in ospedale, è morto per le lesioni (devastante trauma cranico) riportate Jilali Sejdi, l’operaio marocchino di 48 anni in un cantiere edile in provincia di Ravenna precipitato da un tetto.
Secondo quanto riportato oggi dalla stampa, pare che al momento dell’incidente l’operaio non indossasse i dispositivi di protezione individuale previsti per legge.
«Appare evidente come alcune misure di sicurezza fossero carenti o insufficienti» scrivono i confederali ma l’unica cosa che propongono è l’ennesima convocazione di un Tavolo territoriale, una richiesta inutile che manda un messaggio rassicurante che prenderanno impegni e altre parole al vento che sprecheranno.
Intanto è ora che i lavoratori rispondano con lo sciopero ma non si devono aspettare che i confederali lo proclamino perchè una lotta seria rischierebbe di far saltare il solito teatrino dei Tavoli concertativi da cui non verranno soluzioni perchè per loro conta il clima di “dialogo” non quello della lotta dei lavoratori.
I confederali forse pensano che la “battaglia campale” possa essere quella del referendum di giugno ma intanto hanno delegati, funzionari, distaccati eppure non li fanno uscire sul territorio, nei cantieri, nelle fabbriche, nelle campagne per vigilare sulle condizioni di lavoro degli operai e per intervenire, per riprendere nelle proprie mani quella funzione degli Ispettori del lavoro ormai ridotti a numeri insignificanti.
Abbiamo alle spalle un 1 Maggio dei confederali fatto di concertoni e polverizzato nei territori che lascia mano libere a padroni e governo di continuare come sempre.
E poi il governo Meloni ha nominato un consulente dei padroni al Ministero del Lavoro per occuparsi anche della sicurezza e salute degli operai nei luoghi di lavoro! I padroni assassini potranno continuare ad arricchirsi e gli operai a infortunarsi o a morire nei luoghi di lavoro!
Così come va denunciata ed attaccata anche l’Inail che nega i giusti risarcimenti agli operai: è di questi giorni l’infame “risarcimento” di 11 mila euro ai parenti di Alessandro D’Andrea, l’operaio 37enne morto con altri sei colleghi il 9 aprile 2024 nell’esplosione della centrale Enel di Suviana, nel bolognese, cifra da cui è stata esclusa pure la compagna della vittima in base alla legge 1124 del 1965 che prevede l’indennizzo solo in regime di matrimonio!
Di fronte a tutto questo i Tavoli concertativi/corporativi vanno fatti saltare con la lotta non certo richiesti come un mantra dai confederali!
I sindacati di base sono troppo deboli e divisi nelle fabbriche e nei cantieri e inesistenti nelle campagne.
La difesa della vita dei lavoratori nei luoghi di lavoro non è nemmeno al centro delle campagne elettorali dei partiti (a Ravenna si voterà il 25 e 26 maggio) e sui giornali la notizia del lavoratore morto sul lavoro sparisce già il giorno dopo.
Solo la lotta autonoma e organizzata degli operai può unire attorno ad essi un fronte ampio di soggetti disposti a dare il proprio contributo perchè questa situazione cambi davvero, ben sapendo che si tratta di una guerra dei padroni che hanno l’unico interesse: quello del profitto e che si tratta di una guerra di lunga durata.
Ma solo così i lavoratori potranno fare dei veri passi in avanti nella lotta per la sicurezza e la salute degli operai nei luoghi di lavoro.”
Slai Cobas per il sindacato di classe-Ravenna