“Non sorprende che la mozione per la ripresa delle estrazioni di gas in Adriatico presentata in Consiglio Comunale porti le firme di PRI, Lista de Pascale Sindaco e Partito Democratico: desta sconcerto piuttosto che venga sottoscritta anche da chi della transizione ecologica ha fatto uno dei pilastri della sua azione politica.

Viviamo certamente un momento di grande difficoltà, in cui stiamo scontando non solo una situazione geopolitica drammatica, ma anche le scelte sbagliate di decenni in tema di approvvigionamento energetico.

Tuttavia, se vogliamo essere seri e responsabili verso la comunità, dobbiamo dire la verità, per intero.

La verità è che le estrazioni di gas metano a livello nazionale non sono diminuite perché si è voluto dar retta agli ambientalisti: sono diminuite semplicemente perché non erano più convenienti. Questo non lo dicono gli ambientalisti o la sinistra estrema: lo dice, tra gli altri, Roberto Bianchini, direttore dell’Osservatorio Climate Finance del Politecnico di Milano. E lo stesso presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, non certo timido nel chiedere nuove prospezioni e nuove trivellazioni, ha ammesso che non ci sarebbero variazioni sensibili in bolletta.

La riduzione della capacità estrattiva, insomma, ha avuto delle ragioni che risiedono anche e soprattutto negli svantaggi economici: il costo dell’estrazione del gas da un singolo giacimento aumenta nel tempo e a volte diventa economicamente svantaggioso. Inoltre gran parte del gas estratto davanti alle nostre coste sarebbe destinato alla vendita all’estero, assai più lucrosa per le compagnie, azzerando del tutto i benefici per la comunità, a cui invece resterebbero da pagare i costi in termini ambientali.

Venendo agli scenari geopolitici, non c’è dubbio alcuno che limitare la nostra dipendenza energetica dall’estero è cosa buona e giusta: è intollerabile mettere in mano a regimi tutt’altro che democratici (e sarebbe interessante fare questa considerazione non solo per quanto riguarda la Russia di Putin, ma anche per la Libia e svariati regimi del golfo persico) un’arma di ricatto così potente. Questo Sinistra Italiana lo sostiene da sempre.

Ma la strada maestra per ottenere l’indipendenza resta quella che era già trent’anni fa e passa da un piano intelligente di risparmio energetico equo, da un incentivo massiccio alle rinnovabili e, aggiungiamo, dal finanziamento alla ricerca scientifica. Magari destinandovi una parte delle cifre mostruose che ci apprestiamo a investire nell’industria bellica.

Ormai sappiamo che inseguire le contingenze e gli interessi immediati è una strategia fallimentare: ogniqualvolta ci arriva una bolletta esorbitante o facciamo il pieno di carburante dovremmo tenerlo a mente, senza contare i costi sociali immensi.

Proseguire sulla stessa strada è sbagliato: farlo dicendo che le nuove estrazioni sono destinate a colmare le esigenze di famiglie e imprese è pure falso.

Noi di Sinistra Italiana restiamo convinti sostenitori della transizione ecologica vera.”