18/05/2018 – Sembra aver creato un piccolo putiferio un articolo uscito nella giornata di ieri dedicato ad un incontro voluto per riflettere sul tema dell’Unione della Romagna Faentna. Durante la serata, il sindaco di Brisighella, Davide Missiroli, ha sollecitato una riflessione sui problemi di rappresentanza che potrebbe causare l’attuale normativa che porta all’elezione dei rappresentanti politici negli organi dell’Unione. Una questione già da tempo al centro delle proteste delle singole minoranze e di un percorso di revisione delle attuali regole. Non ritrovando corrispondenza delle sue parole sulla carta stampata, il sindaco Missiroli, che nei mesi scorsi ha lasciato il Partito Democratico, ha così divulgato un comunicato stampa a tutte le testate per fare chiarezza sul tema:
“Nell’ Unione dei Comuni abbiamo condiviso un problema di governance e rappresentanza/autonomia democratica che non è una questione di un partito o di una battaglia fra partiti, ma è una necessità che riguarda tutti i cittadini ed è per questo che dobbiamo mettere in campo un processo di dialogo sulla Romagna faentina che deve prevedere un coinvolgimento di tutti, sia delle forze politiche – delle diverse maggioranze e opposizioni – sia delle organizzazioni sociali, professionali e di volontariato che pur costituiscono una ricchezza e un’imprescindibile risorsa alla quale è doveroso fare riferimento del ridisegnare l’assetto delle istituzioni locali. Abbiamo presentato pubblicamente una bozza di modifiche proposta da un gruppo di lavoro, il tutto per dare forza al progetto e migliorarlo.
L’Unione dei Comuni della Romagna Faentina è una priorità in quanto le Unioni dei Comuni sono state proposte soprattutto quale scelta necessaria per far fronte ai pesanti tagli (il 10% solo negli ultimi anni) inferti alla finanza locale e per mettere i Comuni più piccoli nella condizione di sopravvivere fornendo alle comunità amministrate i servizi essenziali. L’Unione non è una fusione dei Comuni e serve per mantenere la funzionalità dei Comuni e delle loro rappresentanze democratiche ma ha lo scopo di fornire servizi a tutti i cittadini residenti, in egual misura, in accordo con le diverse esigenze territoriali ed allo stesso tempo deve permettere di favorire uno sviluppo territoriale sostenibile valorizzando tali diversità/esigenze.
Oggi siamo nelle condizioni di iniziare una fase 2 di riassetto politico istituzionale in quanto stiamo facendo un’innovazione UNICA in Italia e le normative sovra ordinate non ci permettono di attuare modelli standard che rischiano di non dare tutte le risposte politiche ed amministrative ai nostri territori, ma invece ci spingono a sperimentare.
Questa in allegato è la proposta di un gruppo di lavoro quale partenza per il dibattito dove chiariamo un concetto che riteniamo imprescindibile: “Tutte le funzioni sono in capo alla struttura amministrativa dell’Unione che si avvale delle decisioni degli organi politici istituzionali dell’Unione per quanto riguarda la pianificazione e regolamentazione dell’intero territorio ed definita dagli organi dell’unione previo recepimento linee di indirizzo dei singoli comuni; mentre per tutte le scelte che riguardano soltanto l’area del singolo comune, l’esercizio dei compiti resta di pertinenza degli organi comunali.”
Questo significa continuare a fornire servizi in quanto i servizi rappresentano la volontà politica e amministrativa di servire i propri cittadini e curare il proprio territorio da parte di ogni organo eletto direttamente dai propri cittadini.
E quindi si definisce l’unione come un associazione di Comuni che si avvale di una struttura amministrativa unica e che, in quanto ente di secondo livello, deve essere funzionale alla governabilità politica dei municipi (e quindi delle rispettive giunte e consigli) dove le scelte di pianificazione e regolamentazione territoriale vengono prese in Unione dopo un percorso nei Consigli Comunali, mentre quelle di pertinenza prettamente Comunale vengono prese dagli organi politici del municipio.
Pertanto la scelta dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina è una scelta condivisa che si caratterizza come mezzo di cambiamento organizzativo ed ha lo scopo di fornire servizi a tutti i cittadini residenti, in egual misura, in accordo con le diverse esigenze territoriali ed allo stesso tempo deve permettere di favorire uno sviluppo territoriale sostenibile valorizzando tali diversità/esigenze.
La costituzione dell’Unione è anche l’occasione per approvare piani e regolamenti unitari che considerino al loro interno le differenze territoriali per tutti Comuni, semplificando l’attività per le imprese e i professionisti (architetti, ingegneri, geometri, commercialisti, ecc.) che operano sul territorio dell’Unione.
Una progettazione strategica dell’offerta di Unione consente di avere una visione unica per tutto il territorio e di dare ai cittadini e alle imprese di tutti i Comuni le stesse opportunità di servizi e di sviluppo.
Ma allo stesso tempo deve consentire che le scelte di rappresentanza politica espressa dai cittadini possano essere tutelate e quindi che Sindaci, Giunte e Consiglieri possano continuare ad avere autonomia di azione e confrontarsi direttamente con i funzionari che conoscono le caratteristiche del proprio territorio, questo al fine di fare scelte coerenti con la propria comunità e mantenere i rapporti con le periferie, con il volontariato e con le fasce sociali più delicate che sarebbero sacrificate maggiormente in caso di standardizzazione dei servizi.
La Politica deve guardare avanti per portarsi dietro tutti e garantire una migliore prospettiva futura. Dobbiamo aprire un dialogo serio, nel merito delle questioni per dare una grande prospettiva all’Unione e quindi al nostro territorio valorizzando le caratteristiche di ogni singolo Municipio. Auspico che su questo tema si apra un dialogo costruttivo e sereno, tale da consentire il più ampio coinvolgimento per pervenire a un esito condiviso su una materia di grande rilevanza per il futuro delle nostre comunità, delle istituzioni locali e della stessa partecipazione democratica”.