In concomitanza con l’inaugurazione del nuovo supermercato Lidl nell’area commerciale di via Oberdan dove un tempo sorgeva lo stabilimento Cisa, i sindacati hanno diffuso una nota alla stampa:
“Nella giornata odierna si inaugura la nuova sede del supermercato LIDL, sorta sulla ex-area produttiva della Cisa in Via Oberdan. I lavoratori di Cisa vivono questo evento con tristezza e con nostalgia, per la storia che quel sito ha avuto per la città di Faenza e anche per la recente ristrutturazione che ha lasciato una profonda ferita, culminata con la perdita di 126 posti di lavoro, causata dalla delocalizzazione di parte della produzione. A distanza di tre anni cosa sta succedendo in Cisa? Quali sono le conseguenze per i lavoratori della Cisa di oggi? La riorganizzazione evidentemente non ha dato i suoi frutti, se l’azienda ha chiesto a RSU e Sindacati di ridurre i costi del lavoro, mediante lo stravolgimento della contrattazione aziendale. Il Contratto aziendale della Cisa è scaduto alla fine del 2017 e gli incontri di trattativa che si sono susseguiti hanno delineato una volontà aziendale di peggiorare le condizioni economiche per i lavoratori. Quello che l’azienda propone ha una impostazione radicalmente diversa rispetto alla tradizione contrattuale in Cisa, che rende molto più difficilmente raggiungibili gli obiettivi presenti e che, con ogni probabilità, renderebbe completamente incerto una parte del loro stipendio, con un significativo calo del potere d’acquisto delle busta paga dei lavoratori dello stabilimento faentino. Non dovrebbe sfuggire a nessuno, e tantomeno alla Direzione aziendale, che i lavoratori rimasti in organico si sono sacrificati e impegnati quotidianamente, collaborando con l’azienda affinché il piano avesse successo. Tutto ciò al fine di assicurare un futuro migliore all’azienda, nella consapevolezza delle difficoltà che il piano industriale ha comportato ed in parte continua a comportare. Il sacrificio e l’interesse dimostrato dai lavoratori per l’andamento aziendale, riteniamo non sia preso nella dovuta considerazione, tutt’altro! Le politiche di riduzione dei salari della multinazionale Allegion non solo risultano incomprensibili, ma sono profondamente ingiuste e quindi inaccettabili, poiché non è con il taglio delle retribuzioni che si garantisce lo sviluppo di una azienda. Attualmente è in atto lo stato di agitazione con il blocco della flessibilità e la proclamazione di un pacchetto di ore di sciopero. I lavoratori di Cisa Allegion hanno pertanto scioperato con una massiccia adesione nelle giornate del 30 e del 31 maggio, per un totale di 8 ore, avendo compreso l’importanza di sollecitare la Direzione aziendale a rivedere le proprie posizioni di riduzione delle retribuzioni. Pertanto, nel caso in cui l’azienda non torni al tavolo delle trattative, riaprendo una discussione su diversi presupposti, ci vedremo costretti a proseguire con tutte le iniziative sindacali, con la dovuta determinazione e convinzione”.