La riunione odierna dell’Osservatorio permanente per gli utilizzi idrici ci consegna un quadro che mostra ancora anomalie; un mese di Ottobre più caldo dal 1950 (fonte: Era5 satellite), con temperature marcatamente sopra la media che si sono protratte anche nella prima settimana novembrina, insieme a precipitazioni sostanzialmente scarse sul settore centro orientale del Distretto padano e leggermente più in linea con le medie del periodo in quello nord occidentale, non hanno contribuito ad una decisiva inversione di tendenza negli equilibri idrologici del territorio. Anche le piogge della prima settimana di Novembre si sono palesate come irrisorie e tutto questo ha generato un contesto ancora in sofferenza, anche se chiaramente mitigato dal temporaneo stop delle principali derivazioni dei prelievi per utilizzi agricoli.

Il deficit pesa ancora sulla gran parte dei corsi d’acqua Appenninici dove le portate degli affluenti del fiume Po sono per lo più scarse e dove si evidenzia la sofferenza localizzata di habitat e biodiversità. Oltre a ciò, in quest’area in particolare, le falde acquifere sotterranee restano quasi completamente scariche e tutto questo rischia di pesare notevolmente sulla prossima stagione. Arpae sottolinea anche come restino in sofferenza alcuni approvvigionamenti idropotabili nelle aree montane di Parmense, Forlivese e Bolognese. E se la situazione emiliano-romagnola non regala ancora ottimismo anche alcune aree Piemontesi e Lombarde rimangono ancora critiche sia in relazione ai deflussi che al livello di riempimento degli invasi idroelettrici e di alcuni grandi laghi alpini.

“Gli indicatori idro-meteo-climatici ci confermano che alcune condizioni sono migliorate all’interno di un quadro che rimane generalmente critico all’interno del bacino del Po”, ha commentato così, in chiusura di seduta dell’Osservatorio, il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Po, Alessandro Bratti, condividendo con tutti i partner uno scenario di criticità media con previsione di precipitazioni.

Rispetto al 20 ottobre scorso la situazione dei Grandi laghi regolatori vede il Lago Maggiore passare dal 20 al 53%; il Lago di Como dal 15 al 56%, Iseo e Idro dal 9 all’11,5% Garda dal 27 al 36,2%.

La portata del fiume Po alla foce di Pontelagoscuro mostra un dato pari a 782 mc/s confermando una rilevazione superiore a quella minima (450 mc/s), ma assolutamente inferiore alle portate medie (1900 mc/s).

Il dato del cuneo salino dello scorso Ottobre confermava 15-19 km di risalita dalla Costa, oggi si registrano 10 km in relazione alla stabilizzazione della portata sopra i 450 mc/s che ha consentito di attenuare l’intrusione del cuneo salino nei diversi rami del Delta del Po.

Rispetto al precedente Osservatorio, infine, la percentuale di riempimento degli invasi montani passa dal 37 al 42%, con un incremento del +13%.

Le previsioni per i prossimi giorni indicano piogge non intense concentrate sulla parte centro-orientale del Distretto. Possibili accumuli rilevanti nell’area tra Piemonte, Lombardia ed Emilia. Dalla modellistica idrologica-idraulica si attende una ripresa dei deflussi nelle principali sezioni del fiume Po, fino a superare quota 1000 m3/s a Pontelagoscuro.

Il BOLLETTINO dell’Osservatorio è consultabile sul portale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE al seguente link: adbpo.it/osservatorio-permanente/.