Più di un episodio segnalato a Ravenna: persone che si presentano a casa  chiedendo soldi a sostegno si Linea Rosa e del centro antiviolenza ravennate. Una modalità però estranea al modus operandi delle volontarie, in sostanza una truffa con il nome di “Linea Rosa” utilizzando per carpire la fiducia delle vittime e farsi consegnare il denaro che poi sarà però utilizzato per scopi ben diversi. E così oggi Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa, ha voluto diffondere pubblicamente una lettera con la quale mettere in guardia i ravennati di fronte a questa tecnica di raggiro:

“A tutti i cittadini e le cittadine, a tutte le persone che quotidianamente camminano al nostro fianco vogliamo comunicare quello che abbiamo appreso negli ultimi giorni e che ci rattrista davvero molto.

Quello che speravamo fosse un episodio isolato, accaduto qualche mese fa, si è invece verificato nuovamente: il nome del nostro Centro Antiviolenza è stato usato in maniera impropria da persone che si spacciano per operatrici di centri antiviolenza legati a Linea Rosa e che chiedono soldi porta a porta in numerosi quartieri commerciali della nostra città e zone limitrofe.

Queste persone stanno usando non solo il nome del nostro centro ma anche quello di alcune volontarie come referenza per rendersi ancora più credibili e millantano l’intenzione di raccogliere fondi per aprire un nuovo sportello di ascolto.

Ci teniamo a ricordare a tutte e tutti che in virtù del sostegno sempre confermato negli anni delle amministrazioni locali, Linea Rosa non chiede, né lo ha mai fatto e né lo farà mai, contributi porta a porta ai cittadini e alle cittadine o agli esercenti dei comuni nei quali opera.

Non è mai stata la nostra modalità di ricerca fondi e diffidiamo chiunque ad utilizzare il nome dell’associazione.

Speriamo che la situazione non si ripeta nuovamente e chiediamo la collaborazione di tutte e tutti voi affinché queste persone vengano segnalate.”