Prosegue la battaglia locale per il rientro a scuola in presenza. Dopo la chiusura e la consegna della petizione al sindaco di Ravenna Michele De Pascale, petizione firmata da quasi 1500 persone, le associazioni e i soggetti che per tutto il mese di marzo hanno organizzato le manifestazioni in piazza della domenica (Persone contro la Dad, Arge, Priorità alla scuola) non si fermano.

“Il rientro in classe per i ragazzi fino alla prima media è infatti una vittoria molto parziale: basti pensare che aprono sei classi, ma sette restano chiuse. Questo accade per problemi logistici e non per il rischio di contagio dentro le scuole. Dalla seconda media i ragazzini vanno in autonomia a scuola, è questo il vero motivo per cui si decide di tenerle chiuse, per ragioni legate a problemi logistici: affollamento sotto le pensiline e davanti agli ingressi. E il rischio che richiudano anche primarie e prima media nel caso in cui dovessero risalire i contagi non è scongiurato. Per questo occorre lottare ancora”.

Durante la consegna della petizione al primo cittadino, è stato messo in evidenza l’immenso disagio di bambini, bambine, ragazzi e ragazze derivante dalla chiusura delle scuole e da questa situazione che li vede essere i soggetti più sacrificati tra tutti: “Abbiamo evidenziato il fatto che non solo è necessario aprire ma anche immaginare un modo per permettere alla scuola di non chiudere più. Le uniche chiusure accettabili dopo un anno di pandemia dovrebbero essere quelle mirate, laddove si riscontrino focolai: ormai l’emergenza educativa e anche quella legata alla salute mentale dei ragazzi è evidente e non possiamo più sacrificare i minori. Durante l’incontro la dottoressa Raffaella Angelini, responsabile del Dipartimento di igiene pubblica dell’Asl Romagna, ha affermato che la ratio che ha portato alla chiusura delle scuole è stata quella di dover trovare un modo di far circolare meno le persone per far abbassare la curva dei contagi: ecco, allora, che risulta evidente come quello che sospettavamo fosse assolutamente vero, cioè la scuola è stata la prima a chiudere perché è più facile che chiudere il resto.

Per quanto riguarda le attività all’aperto nella primaria, la nostra proposta per ora non ha incontrato una risposta ma speriamo di avere un feedback su questo nel prossimo incontro”.

Domenica 4 aprile non si terrà la consueta manifestazione perché coincide con la Pasqua ma verranno proposte piccole azioni da fare da casa, come postare una foto di disegno pasquale con una dedica alla scuola, ad esempio «A Pasqua nell’uovo voglio la scuola».