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È pronto il progetto per la demolizione del ponte ferroviario sul fiume Santerno di Sant’Agata.
Giovedì 5 dicembre il sindaco di Sant’Agata sul Santerno Riccardo Sabadini, insieme all’assessore Enrico Rambelli, ha incontrato a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna di via Aldo Moro, la struttura tecnica di Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs Italiane) e i rappresentanti della Regione Emilia-Romagna e dell’Agenzia regionale di Protezione civile per conoscere i dettagli dell’operazione, che richiederà complessivamente circa sei mesi di lavoro.
L’operazione richiederà l’intervento di una pesante gru della quale sono disponibili pochissimi esemplari in tutta Italia: il ponte – dal peso di 200 tonnellate) verrà rimosso nella sua interezza grazie a un braccio meccanico di 40 metri, per essere poi smantellato a terra e smaltito.
La seconda fase di lavori prevede invece la demolizione dei piloni in alveo, operazione questa che può essere eseguita solamente con condizioni meteo favorevoli.
L’intero intervento richiederà l’allestimento di un cantiere che prevede la realizzazione di una piazzola in calcestruzzo per il collocamento della gru e la disposizione di tre vie d’accesso: una seguendo il tracciato dei binari a partire dalla stazione di Sant’Agata, una sull’argine del fiume e una attraverso la campagna.
Il cronoprogramma dei lavori non è ancora stato definito nei dettagli, ma l’approntamento del cantiere dovrebbe essere avviato già dalle prime settimane del 2025.
«Non appena sarà disponibile il programma, i vertici di RFI e dell’Agenzia regionale di Protezione civile saranno a Sant’Agata per illustrare le caratteristiche dell’intervento a tutti i cittadini – ha dichiarato il sindaco Riccardo Sabadini -. Organizzeremo dunque un’assemblea pubblica, con lo scopo di spiegare nel dettaglio modalità e fasi di realizzazione di questa importante operazione».
La rimozione del ponte, dal costo di 6,1 milioni di euro, è finanziata dalla struttura commissariale per la ricostruzione. Rfi ha dato la propria disponibilità a ricostruire il ponte non appena disponibili i relativi finanziamenti, adeguandolo all’attuale altezza degli argini (il ponte attuale, realizzato nel 1951, ha una quota inferiore agli argini, che sono stati innalzati due volte negli anni successivi) con caratteristiche tali da non rendere necessaria la realizzazione di piloni in alveo.