Si svolgerà domani il Consiglio comunale di Ravenna, interamente dedicato all’argomento della sanità.

Diversi saranno gli interventi dei consiglieri comunali del Partito Democratico che ricordano quanto questo tema, oggi più che mai di stretta attualità, sia al centro delle attenzioni e delle proposte del PD.

 

Marco Montanari, tra l’altro medico oncologo all’ospedale di Ravenna, ricorda come sia ormai passato un anno da uno dei momenti più difficili per il nostro ospedale e per il nostro Pronto Soccorso. “In questo momento – dice il consigliere – circa un centinaio di pazienti sono ricoverati per malattia da coronavirus e va reso merito di come esista una maggiore capacità di affrontare e adattarsi alla presente situazione di emergenza. La realizzazione dell’Osservazione Breve Intensiva, la divisione della Medicina Interna con individuazione di peculiarità proprie e la continua rimodulazione delle unità operative in corso delle recenti ondate epidemiche hanno portato ad una gestione ospedaliera efficiente della pandemia. Quello che oggi auspichiamo è che venga messa in pratica la stessa capacità di trasformazione e adattamento in termini di umanizzazione delle cure e di assistenza sanitaria agli anziani, ai malati cronici e di tutte quelle categorie che si caratterizzano per una maggiore fragilità e minore possibilità di risorse.”

La consigliera Fiorenza Campidelli evidenzia anche quanta importanza abbia l’impatto psicologico e sociale dell’emergenza sui cittadini. “La pandemia – dice Campidelli – ha avuto un impatto molto significativo sulla qualità della vita e sono sempre maggiori le difficoltà provocate da isolamento, solitudine, chiusura delle scuole, degli spazi di socializzazione e situazioni familiari difficili. E’ perciò emersa con forza la necessità di un supporto psicologico nella popolazione che non tutti possono permettersi. Il bonus “salute mentale”, che era stato inserito nella legge di bilancio, è misteriosamente sparito, ma noi crediamo che sia necessario dare una risposta anche a questa emergenza. Per noi sarebbe fondamentale garantire l’attività degli psicologi all’interno delle case della salute e dei nuclei di cure primarie

Rispetto ai servizi territoriali, sono poi molto importanti i servizi rivolti agli anziani: va rivista l’assistenza domiciliare e vanno ripensate le Rsa, sia in termini di dimensione che di assistenza sanitaria. Infine chiediamo quale sarà il futuro delle USCA perché sarebbe un errore disperdere Il buon lavoro fatto.”

 

Fabio Bazzocchi ha portato l’attenzione sul miglioramento della qualità della vita di chi vive nella disabilità.

“Ci sono diversi tipi di disabilità fisiche – dichiara nel suo intervento – e anche disabilità mentali o psichiche. Il domicilio è considerato il luogo di cura d’elezione e pertanto assume importanza rilevante il miglioramento dei servizi socio-sanitari sul territorio per supportare i pazienti e aiutare i care givers.

Si potrebbero creare, all’interno delle case della salute, dei nuclei multidisciplinari per pianificare l’assistenza del paziente disabile e della sua famiglia, senza per forza dover accedere alla struttura ospedaliera.

Mi interessa anche parlare della medicina sportiva e della necessità di preservare, in tempo di Covid, la possibilità di praticare sport per gli adolescenti. È necessario garantire, in maniera più agile, il rilascio della certificazione post covid denominata return to play, perché oggi non si riesce a far fronte alla richiesta in tempi adeguati costringendo i ragazzi/atleti a doversi fermare ulteriormente nella pratica sportiva, e attendere la certificazione per la ripresa con tempi di attesa di anche di due mesi. Garantire il diritto allo sport è una priorità legata al benessere psico-fisico, per una ripresa della vita verso una normalità ormai dimenticata.”

“In seguito a tutte le problematiche dovute al Covid – ha detto infine il consigliere Idio Baldrati – che hanno messo in evidenza fragilità già conosciute e nuove, crediamo che non sia più possibile rimandare la progettazione e il potenziamento di interventi condivisi da Ausl e dal terzo settore che tanto si è dimostrato utile in questi ultimi anni.

Sia nell’ambito della non autosufficienza che delle disabilità e delle vulnerabilità, dobbiamo fare un salto di qualità e questo si può fare solo con un pensiero condiviso. Crediamo che coordinare meglio i servizi sociali con gli assistenti domiciliari, i medici di medicina di base , le case della Salute e l’Ausl, anche avvalendosi delle nuove strumentazioni offerte dalla domotica e dalla telemedicina, possa effettivamente migliorare i servizi di prossimità.”