Furto di asparagi nei campi coltivati di Borgo Montone. Colpita l’azienda agricola Mater Naturae, in via Benaco, che nella giornata di ieri ha diffuso la notizia sui propri canali social. Oltre 50 Kg di asparagi e altri ortaggi sono stati rubati dai campi da ignoti ladri. Il danno per l’azienda è però stato doppio, poiché, oltre alle piante rubate, i predoni hanno persino calpestato tutti gli asparagi non ancora pronti per essere raccolti vanificando quindi gli sforzi dell’azienda delle ultime settimane. “Al di là del danno economico”, spiegano i responsabili di Mater Naturae “questo furto colpisce in particolare alcuni ragazzi con fragilità che quotidianamente lavorano in questi campi grazie a percorsi di inserimento lavorativo con la Cooperativa San Vitale Ravenna. Procederemo con una denuncia verso ignoti”.

“Siamo indignati perché ci hanno colpiti al cuore, è un gesto orribile che va a devastare un progetto in cui crediamo molto, un progetto che mette insieme la sostenibilità e l’inserimento lavorativo, il biologico e l’inclusione sociale, la filiera cortissima e la distribuzione a chilometri zero e i legami tra le persone”.

Così Romina Maresi, presidente della Cooperativa sociale San Vitale di Ravenna, commenta il furto avvenuto il giorno di Pasquetta “Davanti alla bassezza del gesto – continua Maresi – ci colpiscono i molti attestati di solidarietà ricevuti in questi giorni, che ci fanno credere ancora di più nel valore del nostro percorso.In tanti ci hanno chiesto se abbiamo sospetti. Rispondiamo che non ne abbiamo, anche perché il nostro compito è credere nelle persone e scommettere sulle relazioni. Al momento stiamo valutando l’ipotesi di alzare delle recinzioni a protezione dei nostri campi. Una soluzione che in realtà non ci appartiene e non ci assomiglia, perché siamo quotidianamente impegnati a costruire ponti di umanità e fiducia, non certo a erigere barriere. In questo senso lanciamo un appello: aiutateci a credere ancora nella bontà di tutto questo, non lasciate che sia necessario ricorrere a misure di protezione contrarie alla nostra etica”.