Il racconto di una scalata fatta con la passione per il proprio lavoro, dalla panchina del Fusignano in 2a Categoria, fino ai trionfi con il Milan e alla guida della Nazionale Italiana con il secondo posto al Mondiale USA ‘94.

“Quando allenavo, per me una vittoria senza merito, non era una vittoria” lo ha subito messo in chiaro mister Arrigo Sacchi, intervenendo come relatore a Casa Spadoni, invitato dalla Round Table 38 Faenza e dalla Round Table 62 Imola. Dopo i saluti dei due presidenti di Tavola, Riccardo Ligresti (Faenza) e Marco Cavina (Imola), alla presenza, tra gli altri, dell’Assessore allo Sport del Comune di Faenza, Martina Laghi, rispondendo alle domande del giornalista Vincenzo Bongiorno, Sacchi ha raccontato la sua storia e la sua filosofia di calcio e di vita. “Quando allenavo – ha affermato alla serata svoltasi il 10 maggio – credevo nella bellezza del gioco, nelle emozioni, nello spettacolo, nell’armoniosità, nell’amalgama. Ho sempre cercato di avere giocatori di intelligenza, modestia, con etica del collettivo, con etica del lavoro, generosità, passione e coraggio. Mi piaceva esprimere un calcio di dominio, di bellezza che emozionasse”.
Sacchi è stato uno dei migliori allenatori nella storia del calcio. All’età di 27 anni esordì sulla panchina della squadra del suo paese, il Fusignano, in 2a categoria nella stagione 1973-74, vincendo il campionato. Il suo primo scudetto lo conquista nell’ambito del settore giovanile, nel campionato Primavera 1981-1982, sulla panchina del Cesena. La sua prima esperienza tra i professionisti arriverà nell’anno successivo a Rimini in serie C1. Qualche stagione dopo, gli viene affidata la panchina del Parma, e nella stagione 1985-86, con il club emiliano conquista la Serie B.
Nel 1987, notandolo per il lavoro svolto a Parma, Silvio Berlusconi lo porta in Serie A e lo sceglie come allenatore del suo Milan. I rossoneri guidati da Sacchi dal 1987 al 1991 sono ritenuti una delle compagini calcistiche migliori di ogni epoca, inserita nel 2007 al quarto posto, primo tra quelle di club, nella classifica delle migliori squadre dalla rivista inglese World Soccer.
“Uno per uno fa sempre uno – ha sottolineato il Mister illustrando la sua filosofia di calcio – ma in campo si gioca in undici e uno per dieci fa sempre dieci. Grazie al lavoro e alla tenacia con le mie squadre siamo andati oltre al sogno. Per questo devo dire anche grazie alla Società Milan, con oltre cento anni di storia alle spalle, milioni di tifosi, con una mentalità vincente, un grande presidente, Silvio Berlusconi, e grandi dirigenti come Adriano Galliani”.
Negli anni da allenatore del Milan, Sacchi ha vinto uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei Campioni, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali, forgiando e guidando in strepitose vittorie la cosiddetta squadra degli Immortali. Dal 1991 al 1996 è stato allenatore della Nazionale Italiana, raggiungendo il secondo posto ai Mondiali USA ’94, superato dal Brasile in finale dopo i calci di rigore. Dopo l’esperienza con la Nazionale Azzurra è stato allenatore dell’Atletico Madrid, direttore tecnico del Parma e successivamente del Real Madrid, coordinatore delle squadre giovanili della Nazionale Italiana. Oggi è opinionista televisivo e collaboratore di prestigiose testate giornalistiche.
Soprannominato Il profeta di Fusignano, poiché ha introdotto numerose innovazioni nel modulo di gioco e nelle tecniche di allenamento. Nel 2005 l’Università di Urbino gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze e tecniche dell’attività sportiva. Nel 2019 il quotidiano francese France Football lo ha inserito al terzo posto della classifica dei 50 migliori tecnici di tutte le epoche; in precedenza, nel 2007, il quotidiano inglese The Times lo aveva inserito all’undicesimo posto della propria graduatoria degli allenatori, primo tra gli italiani. Nel 2011 è stato introdotto nella Hall of Fame del calcio italiano.