L’annunciata chiusura dello stabilimento di Marradi, in provincia di Firenze, dell’Ortofrutticola del Mugello, storica azienda attiva nella lavorazione e trasformazione industriale di castagne e marroni, preoccupa anche l’Emilia-Romagna che, fin dall’inizio, ha partecipato alle riunioni del tavolo di crisi aziendale convocato dalla Regione Toscana con la proprietà, i sindacati, le Rsu e le Istituzioni locali. La fabbrica dei marroni sorge infatti al confine con la Romagna Faentina e impiega anche manodopera romagnola, in particolare donne lavoratrici con contratti stagionali.

Oggi pomeriggio, la Commissione Politiche economiche ha approvato all’unanimità la risoluzione depositata dalla consigliera faentina Manuela Rontini e sottoscritta dal collega Gianni Bessi che “impegna la Regione a porre in essere tutte le opportune iniziative affinché si possano trovare le soluzioni necessarie per difendere i livelli occupazionali, anche ai fini della salvaguardia e della valorizzazione delle zone montane interessate”.

Da quando “Italcanditi ha annunciato unilateralmente la volontà di chiudere lo stabilimento mugellano e trasferire a Bergamo il comparto operativo, motivando tale decisione con la necessità di non poter sostenere gli investimenti necessari ad ammodernarlo” – come si legge nel teso dell’atto – l’intera comunità marradese si è mobilitata. Alla manifestazione organizzata sabato scorso hanno partecipato più di 600 persone che, assieme al Sindaco Triberti, hanno rivendicato soluzioni solide e certe per il futuro della fabbrica.

“Ecco perché – spiegano i Consiglieri Rontini e Bessi – chiediamo che il piano industriale, che l’azienda si è impegnata a presentare, contenga prospettive certe riguardo ai tempi e agli investimenti. In Emilia-Romagna la Regione è impegnata al recupero della castanicoltura da frutto e a valorizzare le funzioni produttive, ambientali, paesaggistiche, idrogeologiche e sociali riconosciute a tale coltivazione. Per questo ci siamo rivolti alla nostra Giunta, affinché continui a cooperare con quella della Toscana per ottenere insieme il rilancio delle lavorazioni nello stabilimento del Mugello ed evitare la riduzione degli attuali organici”.