“Ravenna Offshore Contractors Association – Energy Contractors (ROCA) è nata nel 1992 per organizzare la prima edizione di OMC (Offshore Mediterranean Conference, oggi OMC-Med Energy Conference) con lo scopo di promuovere le attività degli associati. La promozione delle aziende del settore è la nostra priorità. Oggi le aziende ROCA vivono la fase di transizione energetica offrendo i propri servizi in tutto il mondo, in vari settore dell’offshore, dall’eolico e solare all’oil&gas. L’attività offshore a Ravenna è nata negli anni ’50 con la produzione di gas: negli anni ’90, il 25% del gas nazionale veniva da Ravenna”.

“In chiave di transizione energetica, le aziende ROCA hanno diversificato le attività fornendo progetti e impianti per tutte le fonti di energia, mettendo a frutto l’esperienza maturata in tanti anni di esperienza nel settore del gas. Attualmente essendosi contratta notevolmente l’attività offshore in Italia, il lavoro è prevalentemente legato alle commesse provenienti dall’estero. Ravenna, come principale polo nazionale dell’energia, ha un ruolo importante in questa fase di transizione energetica potendo contare su competenze, logistica grazie alla presenza del porto, università con corsi di laurea legati al settore energetico e della tutela ambientale. ROCA ritiene che l’unica transizione veramente concretizzabile sia quella che punta su un mix energetico, dove convivono eolico, gas, solare, idrogeno, moto ondoso, cattura stoccaggio e riutilizzo della CO2”.

Franco Nanni, presidente di Roca, riassume così la posizione delle aziende offshore in merito all’attuale situazione energetica del Paese.

“Vorremmo che Ravenna continuasse ad essere la capitale dell’energia alla luce degli importanti progetti che sono in fase di avvio: AGNES per l’eolico, solare e idrogeno green; Eni per la cattura e stoccaggio della CO2 e l’energia dalle onde; il GNL, per il quale in ottobre sarà operativo il nuovo deposito costiero sul porto, il primo in Italia continuando a coltivare i campi a gas per accompagnare la transizione. La nostra associazione si propone fra l’altro, di farsi parte attiva nell’informazione delle problematiche energetiche.”

Secondo uno studio che l’associazione ha affidato a Nomisma Energia “i prodotti derivati dagli idrocarburi siano importanti per la nostra vita quotidiana, anche se non è ancora chiaro quale forma di energia o mix energetico si utilizzerà per continuare a produrli senza il petrolio o il metano”.

L’associazione sottolinea che “Purtroppo tutte le nazioni del mondo, e in particolare l’Italia, sono molto indietro nella realizzazione di impianti per sostituire l’energia prodotta da fonti fossili. In Italia il 63% dell’energia elettrica è prodotta da idrocarburi. Per sostituire l’energia termoelettrica (circa 200.000 GW) dovremmo costruire, ogni anno, impianti di energie rinnovabili per 6.600 GWH per i prossimi 30 anni. Circa il 30% di questa produzione da rinnovabili dovrebbe essere offshore: ad oggi non abbiamo alcun impianto. Ripetutamente, associazioni del settore delle rinnovabili hanno sottolineato il problema della complessità burocratica e dei tempi lunghi per avere le autorizzazioni necessarie per costruire impianti eolici o solari. Il Ministro Roberto Cingolani nel suo discorso alle Camere lo ha ammesso ed ha promesso di volere accorciare i tempi del “permitting”. Quindi auspichiamo che si sblocchino gli investimenti offshore non ci riferiamo solo all’estrazione di metano ma tutte quelle attività in mare (eolico, solare, idrogeno. Energia dal mare in generale).”