30/03/2018 – Lunedì la Fondazione Banca Del Monte Cassa di Risparmio Faenza ha eletto il nuovo quadro direttivo alla guida dell’ente, uno dei più importanti della città. Tiziano Cericola, consigliere capogruppo di Rinnovare Faenza, nell’augurare buon lavoro alla nuova presidente, pone alla nuova guida della fondazione una serie di quesiti rimasti in sospeso: “Faccio i miei migliori auguri di buon lavoro al nuovo presidente della Fondazione Banca del Monte di Faenza, dott.ssa Giulia Ruta, e a tutti i nuovi consiglieri di amministrazione. La Fondazione ha subito negli ultimi anni una pesantissima perdita patrimoniale, di svariati milioni di euro, per la svalutazione delle azioni della Cassa di Risparmio di Cesena, oggi passata sotto il controllo del Credit Agricole francese, per cui oggi ha mezzi limitati e, purtroppo, rendite scarse. La Fondazione continuerà comunque a fare il suo benemerito lavoro di sostegno al tessuto sociale e culturale faentino, anche se con mezzi ridotti e chiaramente insufficienti per incidere in modo sensibile sulla nostra comunità, come fanno invece altre Fondazioni (v. Forlì) che hanno avuto una storia diversa e, sia consentito, anche una direzione più avveduta e meno richiusa in se stessa, come è avvenuto a Faenza prima dell’avvento alla presidenza di una figura dinamica e aperta come quella di Alberto Morini. La Fondazione dovrà quindi meditare bene su come affrontare il suo futuro, spiegando alla città e quindi anche alla sua rappresentanza democratica, quali siano i suoi obiettivi di sviluppo nei prossimi anni. In tale contesto segnalo tre punti che ritengo importanti e sui quali sarebbe opportuna una risposta dalla neo Presidente: quale siano le intenzioni della Fondazione rispetto a Faventia Sales spa e, in generale, sul futuro del complesso dei Salesiani, tenendo conto della volontà già espressa dal Sindaco Malpezzi di chiudere tale società e di fare lo “spezzatino” degli immobili tra i vari soci; quali siano le idee sui terreni siti alla Graziola, vista la crisi edilizia e l’esigenza per la nostra comunità di non avere altro cemento inutile, ma piuttosto di avere impianti sportivi e per usi sociali; infine, last but not least, se la Fondazione intende pensare a forme di aggregazione con altre realtà simili o, comunque, operanti con la stessa mission, per radunare un patrimonio più grande per avere maggiori risorse da investire a beneficio della nostra comunità.