Nel dibattito attorno al rigassificatore di Ravenna (e di Piombino) entra anche l’ex ministro all’ambiente Sergio Costa, ministro dal 2018 al 2021 durante il doppio governo Conte e prima ancora Generale di Brigata del corpo Carabinieri Forestale. Costa è oggi candidato alle elezioni del 25 settembre con il Movimento 5 Stelle e, dopo gli anni da ministro, è diventato consulente del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri in materia forestale e ambientale.

Costa quindi critica la decisione del Governo di “esonerare i rigassificatori da due valutazioni importantissime: la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e la Valutazione da Rischio di Incidente Rilevante (RIR)”.

La VIA è importante perché, in una procedura pubblica partecipata, fa comprendere, preventivamente, la sostenibilità ambientale di una opera ingegneristica e quanto e come le emissioni in atmosfera dei fumi, i rilasci di sostanze in acqua e la gestione dei rifiuti speciali pericolosi da lavorazione incidano sulla qualità delle acque del mare di Piombino e Ravenna (zone che hanno anche una vocazione turistica), sulla qualità dell’aria (città abitate, rispettivamente, da 32mila e da 159mila ), su ogni altro livello di tutela ambientale che tecnici specialisti sapranno valutare” spiega l’ex ministro.

“Invece tutto questo non si farà. Evidentemente questa importante analisi viene considerata un inutile orpello.
La RIR valuta il rischio reale collegato ad un incidente che possa determinare una emissione, un incendio, uno scoppio a danno dei cittadini, dell’ambiente e dei fabbricati e alle infrastrutture. Anche questa analisi non sarà effettuata”.
Dico, vi rendete conto? Quei residenti non sapranno che cosa si stanno mettendo in casa, perché bisogna fare presto.

Io non concordo, io non posso concordare.
Mettere a rischio la vita delle persone, piuttosto che le infrastrutture di una città per fare presto non è politica.”