Riccardo Muti torna sul podio di Ravenna Festival – la terza volta per questa fortunata edizione 2018 – cogliendo l’occasione di un tributo a un importante, seppure non tanto noto al grande pubblico, musicista: alla memoria del violinista americano (ma di origini italiane) Ruggiero Ricci, del quale ricorre quest’anno il centenario della nascita, è dedicato il concerto in programma al Teatro Alighieri mercoledì 18 luglio, alle 21. 
Riccardo Muti dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il violinista dei Wiener Philharmoniker Wilfried Hedenborg, che di Ricci è stato allievo, in un programma particolarmente accattivante: la Sinfonia “Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini, il Quarto Concerto per violino e orchestra in re minore di Niccolò Paganini e la Settima Sinfonia in la maggiore op. 92 di Ludwig van Beethoven. L’appuntamento si realizza con il determinante contributo dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale.

Nato nel 1918, fino al 2012, anno della sua morte, Ruggiero Ricci è stato un punto di riferimento fondamentale per l’interpretazione violinistica, soprattutto per quella legata all’autore “principe” di questo strumento: Niccolò Paganini. È infatti proprio a Ruggiero Ricci – figlio di un italiano appassionato di musica approdato a inizio Novecento nelle miniere del nuovo mondo – che si deve la prima incisione dei Ventiquattro Capricci di Paganini nella loro veste originale nel 1947. Suona dall’età di sei anni, allievo di Louis Persinger (lo stesso maestro di Yehudi Menuhin) e ne ha 10 quando per la prima volta si esibisce in pubblico, a San Francisco. In breve diviene leggenda: oltre 500 incisioni di autori classici come contemporanei che talvolta gli affidano le loro opere in prima esecuzione, come Alberto Ginastera di cui incide, diretto da Leonard Bernstein, il Concerto per violino e orchestra. Ma il suo cavallo di battaglia rimarrà sempre tra le pagine inarrivabili e virtuosistiche di Niccolò Paganini, in particolare il Quarto Concerto in re minore per violino e orchestra.

Che è anche il “cuore” del concerto-omaggio di Ravenna Festival, affidato al talento e all’affettuoso orgoglio di uno degli ultimi allievi di Ruggiero Ricci: Wilfried Hedenborg, dai primi anni Duemila violinista alla Wiener Staatsoper così come dei Wiener Philharmoniker. E che, come Ricci di cui ha seguito i corsi al Mozarteum di Salisburgo, nutre una particolare passione per la liuteria: se tra i preziosi strumenti appartenuti al maestro spiccava il Guarnieri del Gesù cosiddetto ex-Bronislaw Huberman del 1734, allora Hedenborg si esibisce su un nuovo violino del liutaio David Bagué costruito ricalcando proprio le caratteristiche di quel Guarnieri del Gesù. Per interpretare, dunque, il Quarto Concerto che Paganini eseguì per la prima volta a Francoforte sul Meno nell’aprile del 1830 per poi portarlo in tutta Europa suscitando come sempre entusiasmo e stupore. A Parigi, il critico e compositore Castil-Blaze scriverà “le composizioni di Paganini, le sue scoperte, sono frutto di un calcolo che pare essere al di sopra della portata dello spirito umano. Il prestigio, la magia del suo modo di suonare mi confondono sempre di più”. Un modo di suonare pirotecnico, leggendario, che certo lasciava ampi margini al “qui e ora” dell’esecuzione, come la cadenza del primo movimento che veniva improvvisata dal solista ed è quindi assente dal manoscritto originale: in questa occasione Wilfried Hedenborg eseguirà quella inedita composta da Ruggiero Ricci.

Nel programma della serata il fuoco paganiniano sarà preceduto dalla Sinfonia “Viaggio a Reims” di Gioachino Rossini: una pagina controversa perché legata, dal nome e dai temi di cui è intessuta, all’omonima opera andata in scena, per la verità con scarso successo, nel 1825 a Parigi al Théậtre Italien in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Carlo X a re di Francia, ma in realtà non eseguita in quell’occasione. Una preziosa “sinfonia in miniatura”, bipartita in Andantino-Allegretto alla maniera francese che – secondo la consuetudine all’autoimprestito di Rossini – appare condita anche di frammenti tematici provenienti da Le siège de Corinthe (dell’anno successivo) e della giovanile Cambiale di matrimonio.

Per chiudere il concerto Riccardo Muti ha scelto una straordinaria pagina beethoveniana, la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92, composta nel 1812 (lo stesso anno dell’Ottava Sinfonia) nel segno di un nuovo modo di concepire l’opera sinfonica: è il ritmo il suo materiale costitutivo, ognuno dei quattro movimenti è contraddistinto da una propria cellula ritmica, e non da un tema o da un motivo. È per questo che Wagner arrivò ad affermare a proposito di essa : “è l’apoteosi della danza: è la danza nella sua più alta essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concretato nei suoni”.

Info e prevendite:
 0544 249244 – www.ravennafestival.org  
Biglietti: da 20 euro a 85 euro