“Ci siamo ritrovati accerchiati da Polizia, Polizia Municipale, Carabinieri, Digos e Ros solo perché non riteniamo né giusto, né legittimo che avvengano tali manifestazioni esplicite di Apologia di Fascismocommentano i membri della Rete-.

Eravamo in tante e tanti a cantare Bella Ciao mentre i “forzanuovini” gettavano nel canale una corona commemorativa di fronte a una lapide improvvisata a Ettore Muti.”

Come spesso accade nel tentativo di contestare le manifestazioni di questi razzisti, omofobi, sessisti, maschilisti e violenti personaggi, la Rete lamenta come le “forze dell’ordine” fossero protese alle difese dei membri di estrema destra e quanto andavano a rappresentare, tanto da arrivare a colpire un compagno alla testa, perché intento ad evitare che un “forzanuovino” li fotografasse indisturbato.

A conclusione della più che inopportuna commemorazione, non è stata concessa ai membri di estrema destra la possibilità di accedere al cimitero per lasciare un mazzo di fiori, anche in vista del fatto che le spoglie del fascista Muti non risiedono più al suo interno da almeno un anno. Pertanto, i membri della Rete hanno colto l’occasione per lasciare un omaggio ed un pensiero al partigiano Bulow (Arrigo Boldrini, Ravenna 1915- Ravenna 2008).

“Ricordiamo chi era il fascista Ettore Muti: fiumano, squadrista, partecipò alla Marcia su Roma, collaborò con il fascismo di Franco in Spagna, fino ad essere nominato Consigliere Nazionale nel 1939 e Segretario generale del partito nazionale fascista nel 1940 – continua la Rete Antifascista. Le sue mani furono macchiate del sangue di tanti antifascisti, della libertà violata da lui e da tutte le persone che appoggiarono la dittatura Mussoliniana.”

Questi sono i “miti” che le attuali camicie nere di Forza Nuova e degli Arditi vanno a glorificare e a commemorare. Queste sono le persone che l’antifascismo ripudia.

La Rete Antifascista Ravennate invita tutti coloro che rifiutano questo clima di odio e chi lo perpetra, all’interno delle istituzioni e non, a far sentire la propria voce e la propria presenza, a scendere nelle piazze, a urlare a squarciagola il proprio pensiero, a non avere paura della violenza squadrista e della repressione statale e poliziesca, in tante e tanti la dissidenza si può manifestare! “Non lasciamo spazio di azione a questi anacronistici tentativi di propaganda populista e spicciola!” concludono.