In Emilia-Romagna occorre il triplo dei lavoratori stranieri stagionali per l’agricoltura e per il turismo rispetto a quelli assegnati dal decreto flussi dal Governo.

E’ la richiesta avanzata dal Patto per il lavoro e per il clima, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e costituito da oltre 60 realtà rappresentative del sistema.

Il decreto flussi assegna all’Emilia-Romagna 2.095 persone.

Secondo la stima delle organizzazioni datoriali, la quota soddisfa circa un quinto del fabbisogno di agricoltura e turismo. In una regione dove il tasso di disoccupazione è al 5% potrebbe essere difficile trovare i lavoratori necessari con la stagione turistica e quella di raccolta ormai alle porte.

Il Patto ha inviato una richiesta al governo, con una lettera ai ministri competenti, per aggiornare il decreto, nella quale si esprime “preoccupazione anche in merito al rischio che aumenti in modo sensibile lo sfruttamento di persone costrette a vivere in clandestinità e, con esso, la pratica del lavoro nero e del caporalato, a scapito del lavoro regolare” Il sistema Emilia-Romagna, inoltre, chiede “lo scorrimento complessivo delle liste dei lavoratori stranieri non stagionali, rispetto ai quali – a seguito del click day dello scorso 27 marzo – le imprese emiliano-romagnole hanno avanzato 5mila richieste”.