Viene riconfermato anche quest’anno il gruppo di RavennaFood, estensione locale di ChetoChef emiliaromagnacuochi, che vede Matteo Salbaroli e Mattia Borroni come capofila.

Tra le new entry all’interno del gruppo, provato dalle difficoltà degli ultimi mesi ma consapevole di essersi lasciato il peggio alle spalle: Villaggio Globale, CittAttiva e Stadera. Si tratta di entrate importanti, perché rappresentano un nuovo anello della filiera, la distribuzione. La loro funzione di trait-d’union tra produttori e chef assumerà un ruolo fondamentale soprattutto per uno dei progetti più cari all’associazione, Il Piatto Sospeso, che si propone come un sostegno concreto alle persone individuate dal sistema di aiuto cittadino, ideato e realizzato insieme a Ecologia di Comunità e appoggiato da Slow Food Ravenna e Godo e Bassa Romagna.

“Siamo orgogliosi di accogliere tra noi queste tre realtà – dichiara Michele Ceccarelli, segretario di CheftoChef emiliaromagnacuochi – come lo siamo di tutti i nostri soci, che in questi mesi davvero duri per il settore dell’horeca, hanno saputo guardare avanti senza perdere la fiducia. Ora siamo pronti a ripartire”.

Approvata la programmazione 2021;  confermate le tante iniziative in essere prima della pandemia ma anche quelle intraprese durante quest’ultimo anno. Una su tutte ChefinTandem, un progetto emblematico della capacità di reagire in modo coeso e solidale dei soci, che nei periodi di restrizione si sono uniti nelle cucine dei ristoranti “a norma Covid” per proporre piatti a più mani insieme agli chef proprietari di locali che non potevano aprire per mancanza di spazi esterni o per l’impossibilità di distanziare adeguatamente i tavoli. “Quest’anno, inoltre, non si tratterà solo di accoppiate tra chef ma anche, e questa è una grande novità, tra chef e produttori, così da valorizzare sempre più e sempre al meglio i prodotti del nostro territorio”, anticipa Ceccarelli.

Non solo. I motivi di entusiasmo non mancano: “DiPortainPorta, altra manifestazione simbolo della nostra attività associativa, che coniuga enogastronomia, accoglienza, turismo dolce e valorizzazione delle mura e delle porte storiche di ravenna, verrà inserita nell’elenco degli eventi enogastronomici che coinvolgono la città, insieme al Giovinbacco, la Festa del Cappelletto e la Festa della Cozza”, rivela soddisfatto il segretario.

Le porte e le mura cittadine hanno da sempre un fascino particolare per RavennaFood che inserisce il potenziamento della cultura sostenibile del territorio all’interno dei suoi 10 punti programmatici per un’imprenditoria gastronomica virtuosa. Ed è proprio lungo la cinta muraria che in questi giorni tre soci aprono tre nuovi locali.

L’Osteria dalla Zabariona, di Andrea Rondinelli, che inaugura in via Argentario, a pochi metri dai resti delle mura dove recentemente sono state rinvenute tracce di un’antica porta e accanto a San Vitale. Il nuovo ristorante dei due soci di Akamì Casa&Bottega, nel cuore

della fortificazione veneziana, la Rocca Brancaleone, poco lontana da Porta Serrata, che prenderà il nome di Fuler – storie di gastronomia romagnola.

L’Osteria N.10 – il Chiosco Differente di chef Matteo Salbaroli, in piazza della Resistenza, idealmente nelle vicinanze dell’antica Port’Aurea e nella zona di accesso ai turisti che raggiungono il centro della città attraverso le antiche mura.

Un’altra novità riguarda le riaperture tanto attese delle attività nei lidi dove ripartiranno il Cocoloco, il Salsedine367 e l’Oasi. A Marina Romea approda invece uno dei nostri chef, Alessandro Dembech, entrato in società con il Bagno Losco.

Una serie di appuntamenti che palesano la voglia di ripartenza degli chef di RavennaFood, tanto quanto il coraggio dimostrato durante i mesi più bui, quando nonostante le enormi incertezze sono stati aperti altri tre locali in città: Laboratorio 81 di chef Matteo Salbaroli, la Bottega di Olivia dei fratelli Marco e Simona Di Marco e la nuova sede di Radici Cucina e Cantina di via Mentana dello chef Paride Cellarosi e la sua socia Valentina Giovannini.

“Oggi più che mai dobbiamo aprire le porte anche dei nostri locali, delle chiese e dei monumenti, per conoscere e far conoscere la nostra città, ma con la prudenza di chi le rispetta e di chi rispetta gli altri”, conclude Ceccarelli.