Per il penultimo appuntamento della stagione Ravenna Musica dell’Associazione Angelo Mariani, in programma mercoledì 4 maggio (ore 21), si allineeranno sul palco del Teatro Alighieri i componenti di una delle migliori compagini italiane, l’Orchestra di Padova e del Veneto.

L’Orchestra si è costituita nel 1966 e in oltre cinquant’anni di attività si è affermata come una delle principali orchestre italiane capace di realizzare più di 120 concerti l’anno, nelle più prestigiose sedi concertistiche in Italia e all’estero.

Dal 1983 e per 18 anni la direzione artistica e musicale dell’orchestra è stata affidata a Peter Maag, quindi si sono susseguiti Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello, Filippo Juvarra, e dal 2015 Marco Angius.

L’orchestra vanta collaborazioni con nomi del concertismo internazionale del calibro di Salvatore Accardo, Martha Argerich, Vladimir Ashkenazy, Radu Lupu, Sir Neville Marriner, Viktoria Mullova, Anne-Sophie Mutter, Murray Perahia, Itzhak Perlman.

Al centro della scena siederà al pianoforte il maestro Orazio Sciortino, impegnato nella serata nella triplice veste  di direttore, pianista solista e compositore.

Sciortino collabora regolarmente con importanti istituzioni musicali italiane ed estere come Teatro alla Scala, Orchestra Verdi di Milano, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Sociedad Filarmonia de Lima, Nuova Harmonia di Buenos Aires,  Konzerthaus di Berlino, Salle Molière di Lyon, Ottawa Chamber Music Festival.

Il concerto, che si realizza anche con il sostegno di Rosetti Marino, sarà aperto dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 18 in Si bemolle maggiore K. 456 di Mozart, con Sciortino impegnato sia come pianista solista che direttore.

A chiudere la serata invece sarà la  Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485 di Schubert.

Cuore del programma sarà l’esecuzione della composizione di Orazio Sciortino “Al gran cerchio d’ombra” scritta in occasione dei 700 anni della morte di Dante e composta su commissione dell’Accademia Filarmonica di Verona e dell’Associazione Angelo Mariani.

Il brano si ispira al De vulgari eloquentia di Dante il quale cita in due occasioni l’endecasillabo del poeta provenzale Arnaldo Daniello “Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra”, intendendo brevi giornate e lunghe notti.