Nell’ambito del nuovo PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, vi sarà un Piano della Mobilità Ciclistica (Biciplan). Apprendiamo dalla stampa che, attualmente, per quanto riguarda il nostro Comune, la percentuale di percorsi ciclabili che non rispetta le normative stradali è superiore al 70 per cento. Come Ravenna in Comune siamo sempre stati particolarmente attenti alla mobilità sostenibile e al contributo fornito dalla mobilità ciclabile. Soprattutto Ravenna in Comune è ben consapevole del prezzo in vite umane che il dato sopra evidenziato comporta.

Nella speranza che possa essere di utilità nella redazione del prossimo Biciplan rilanciamo “le cahier de doléances” di una ciclista recentemente pubblicato dalla stampa locale:

«Perché i ciclisti ravennati non usano le ciclabili? I ciclisti ravennati non usano le ciclabili perché sono inadeguate e concepite da chi forse in bicicletta non va, 1) manca diritto di precedenza alle intersezioni per cui devi scendere ad ogni traversa. Esempio: via Enrico Pazzi: sette intersezioni (via Bolsena, Marche, Savini, Lombardia, Belfiore, Fiorita, Puglie). Via Circonvallazione Molinetto-fino all’ospedale: quattro intersezioni. Siamo ciclisti non saltimbanchi! 2) dimensioni ristrette. Esempio: la ciclabile di via Trieste. 3) promiscuità con pedoni per ciclabili ricavate dal marciapiede, quindi insufficienti ed inadeguate per entrambe le categorie. Esempio: la ciclabile di via Canalazzo, la ciclabile di via Antonelli, la ciclabile di via De Gasperi, via Maggiore-via Faentina. I ciclisti usano la bicicletta per velocizzare gli spostamenti, se dobbiamo stare sui marciapiedi con i pedoni, andiamo a piedi! 4) insicure e pericolose a causa di: cordoli alti (vedi via San Mama), fondo sconnesso (tutta la ciclabile esterna dalla piscina comunale al Cinema City lungo Viale Alberti, viale Pertini, viale Saragat, viale Allende ha un fondo che versa in condizioni disastrose). Poi l’ignoranza degli automobilisti sulla segnaletica di precedenza (si rischia di essere ammazzati al Pala de André, all’uscita dell’ospedale su viale Randi e via Meucci, luoghi dove vige il diritto di precedenza per i ciclisti). La prospicenza ad uscite carrabili pubbliche e private, ad esempio la ciclabile di via San Gaetanino. Inoltre segnalo la presenza di ostacoli sulla carreggiata, vedi il caso della ciclabile di via San Gaetanino. Basterebbe una gita a Friburgo, che non è poi così lontana, per constatare ed imparare come sono fatte le ciclabili pensate veramente per i ciclisti, utilizzando le strade esistenti senza necessità di investimenti economici e potere veramente fare un salto di qualità nella mobilità sostenibile anche a Ravenna. E comunque in città, in via San Mama, e in tutte le strade carrabili del centro storico, dovrebbe vigere il limite di velocità di 30 chilometri orari, per rispetto e sicurezza di tutte le categorie».

Come abbiamo detto più volte è essenziale separare in maniera non simbolica il viaggio del ciclista da quello degli altri conducenti di mezzi a motore (e dai pedoni, naturalmente). A Ravenna non ci sono piste riservate ai ciclisti ma, quando va bene, tracciati ciclo-pedonali che, come rivela la lettera sopra riportata, sono spesso interrotte da attraversamenti automobilistici ed in pessime condizioni di manutenzione. Se il nuovo Biciplan avrà questo al suo centro piuttosto che le multe ai ciclisti che il vicesindaco sogna, sarà veramente un passo in avanti verso un Comune più amichevole con le biciclette. Tanto per capirci: la ciclabile Bologna-Ravenna è un bell’annuncio (come tanti altri rimasti a livello di annuncio) ma vere ciclabili che uniscano il forese e misure per la sicurezza di tutti i giorni che oggi mancano vengono per prime!