“Oggi i sindacati confederali tengono un presidio davanti alla Prefettura. Il tema è quello della sicurezza e si svolgerà dalle 10.30 in Piazza del Popolo a Ravenna per accompagnare lo svolgimento della prima riunione del Tavolo di coordinamento previsto dal Patto territoriale siglato, proprio in Prefettura, il 29 luglio scorso. Tra le altre rivendicazioni i sindacati sottolineano: «È essenziale il rafforzamento dei controlli da parte del “sistema vigilanza” – Inl, Asl, Inail, Inps – nelle aziende in termini di qualità, quantità e frequenza, e la realizzazione tra questi istituti di un coordinamento, di un confronto e di collaborazione concreta e permanente che coinvolga anche le parti sociali».
Ravenna in Comune è assolutamente d’accordo: senza controlli i patti e i protocolli sono pezzi di carta inutili. L’insicurezza è legata a filo doppio alla ricerca del profitto senza freni da parte del padrone sul lavoratore. Tornano alla mente le descrizioni di Dickens o Engels e che invece vengono da SGB per descrivere il lavoro di alcuni operai in Marcegaglia: «Addetti alle pulizie delle condotte degli impianti di aspirazione, in cui si calano imbracciando il martello pneumatico e, con questo, distaccano i residui ferrosi solidificati». Operai che fanno parte della dispersione in mille rivoli della contrattazione delle grandi aziende, Marcegaglia in particolare, attraverso una moltiplicazione di appalti e subappalti, per frammentare e indebolire e, appunto, rendere insicuro, il lavoratore. Perché l’insicurezza nello svolgimento del lavoro quotidiano è strettamente connessa all’insicurezza rispetto alla tutela dei diritti nel rapporto di lavoro contrattualizzato.
Viene così a risaltare la situazione che, proprio in Marcegaglia, emerge grazie alla denuncia di SGB: «La crisi c’è e alla Marcegaglia, ancora una volta, si è deciso che devono pagarla i lavoratori. La pagano i lavoratori diretti, a cui “beffardamente” si chiede con quale “moneta” pagare il conto delle fermate dello stabilimento: mangiarsi le ferie o avere un salario ridotto dalla cassa integrazione. Va peggio per i lavoratori delle aziende in appalto. Per loro il calo di attività va oltre le fermate: come è dimostrato dalle “sospensioni” al Centro Servizi. Malgrado la richiesta di incontro, Marcegaglia si è resa indisponibile a confrontarsi con le rappresentanze sindacali dei lavoratori in appalto. Per loro neanche il diritto di sapere che succede. Un atteggiamento irresponsabile da parte di Marcegaglia che ci impedisce anche di aprire il confronto con gli appaltatori per l’attivazione delle procedure per l’accesso alla cassa integrazione. Sia ben chiaro, per Marcegaglia tutti i lavoratori sono “usa e getta”, ma per loro lo sono ancora di più i lavoratori in appalto: più semplice sfruttarli con il minimo di salario e diritti quando servono, più semplice lasciarli a casa quando non servono più. A questo e solo a questo servono gli appalti».
Ravenna in Comune chiede ai sindacati, tutti i sindacati, di aver ben presente come la frammentazione dei rapporti di lavoro attraverso gli appalti, per quanto legale, sia ricercata dai padroni così come le forme, illegali, dei rapporti in nero o in grigio, per garantirsi la sottomissione di lavoratori così ostacolati nel far fronte comune tra loro. I lavoratori insicuri nei diritti sono i primi a cui mancherà la sicurezza di tornare a casa interi a fine turno. Senza una lotta condotta in maniera coordinata dalle diverse sigle sindacali nessun padrone regalerà mai niente. E la firma di un patto in più non basterà da sola a far calare i rischi del lavoro.”