“Ieri è stata pubblicata dalla stampa (Il Resto del Carlino) una lettera di Michele de Pascale. Come ha spiegato lo stesso de Pascale: «Ho voluto scrivere al direttore per spiegare che non tutta l’Italia si è comportata in questi anni allo stesso modo e anzi, c’è un luogo in particolare, la “mia” Ravenna in cui da tempo istituzioni, lavoratori e imprese, con il supporto di università e centri di ricerca, si battono per trovare soluzioni e dare risposte al paese, soprattutto sul tema dell’energia». Nella lettera non ci sono novità. Il Sindaco ribadisce quelli che chiama «Quattro sì per il lavoro, il clima e la libertà». Promuove innanzi tutto l’installazione di un rigassificatore, nuove estrazioni di gas, la più grande discarica al mondo di CO2. C’è pure una pennellata di greenwashing con il progetto AGNES. Aggiunge che «come sindaco di Ravenna insieme alla mia comunità sono in prima linea da oltre cinque anni per ribadire a gran voce al Governo l’importanza e l’urgenza di mettere in atto una seria strategia energetica nazionale». Che sarebbero poi i 4 sì eccetera eccetera.

Scriviamo questa lettera per ricordargli che rimanere ancorati al gas senza promuovere la transizione alle rinnovabili non è promuovere occasioni di lavoro ma continuare a perdere posti come succede da decenni al settore off-shore locale. Gli ricordiamo poi che il gas è diventato in questi anni la maggior fonte climalterante sia per CO2 prodotta che per le caratteristiche intrinseche al metano. Quanto alla libertà, di quale libertà parla? Quella di Confindustria, che già rivendicava un rigassificatore dodici/tredici anni fa? Allora tutta la comunità disse no. Cosa è successo per ribaltare quell’esito? O parliamo della libertà oppressa dalla nomina di un commissario per imporre oggi di nuovo il quel rigassificatore che avevamo già respinto?

Ricordiamo poi al Sindaco che non rappresenta affatto una comunità coesa dietro alla lobby del gas. Ravenna in Comune, non da sola, ma assieme ad associazioni, cittadine e cittadini e altre forze politiche, ha partecipato alla grande manifestazione di un anno fa quando la comunità ha ribadito il proprio no a rimanere vincolati alle estrazioni di gas e al deposito di CO2. Così come abbiamo partecipato alle manifestazioni di piazza a Ravenna e nel forese assieme a Fridays for Future, Legambiente, Per il Clima – Fuori dal Fossile, eccetera eccetera.

Chiediamo, da quando ci siamo, di smetterla di far solo finta con la transizione alle rinnovabili, con le finte dichiarazioni di emergenza climatica, con il piantare alberelli smunti mentre si cementifica a tutto spiano. Lo diciamo al Sindaco, al commissario, al Governo e alla stampa: de Pascale non rappresenta Ravenna in Comune né quella parte di comunità, maggioritaria, che vuole un futuro sostenibile in quanto rinnovabile e non più vincolato al fossile. Un futuro per i nostri figli che non meritano la siccità indotta dai cambiamenti climatici causati dal fossile impiegato dai loro padri. Un futuro in cui Ravenna produce lavoro nella chimica verde e nelle energie rinnovabili. Quel futuro migliore a cui il Sindaco e Confindustria si oppongono per non perdere i profitti legati al vecchio modo di produrre. Caro Sindaco, vogliamo avere quel domani che lei non garantisce e proprio per questo lotteremo a fianco delle altre comunità, piombinese in testa, con cui condividiamo gli obiettivi. La nostra sì è una lotta per il lavoro, il clima e la libertà.”