“Lo scorso 12 agosto è stata pubblicata la relazione relativa all’anno 2021 sull’attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Dalla relazione emerge che su 62.710 ispezioni svolte, oltre il 62% è risultato irregolare. In particolare 39.052 casi hanno comportato l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti. Il numero complessivo di ispezioni svolte dall’ispettorato, da INPS e da INAIL è stato di 84.679, con un tasso di irregolarità che raggiunge il 69%, con un incremento in materia previdenziale (+ 17%) e assicurativa (+42%).

In Emilia Romagna il tasso di irregolarità riscontrato è stato pari al 62,55%. Mentre la percentuale sale ben al 72% se si guarda solo al lavoro svolto nelle cooperative rinvenute come irregolari.

La relazione nazionale tratteggia come paradigmatica e di particolare rilievo una evasione riscontrata dall’ispettorato competente per il nostro territorio (ITL Ravenna-Forlì Cesena). Si è trattato di un’evasione contributiva e indebita percezione di sgravi contributivi da parte di imprese operanti nel settore del facchinaggio e degli imballaggi industriali attraverso la stipulazione di fittizi contratti di appalto con aziende campane, mirati a reclutare manodopera a basso costo; corresponsione di false indennità di trasferta ai lavoratori somministrati per eludere il versamento contributivo sulle ore di lavoro straordinario; verificate 50 posizioni lavorative, con accertamento di un’evasione contributiva pari complessivamente a € 1.200.000; irrogazione di sanzioni pari a €45.000 e deferimento dei trasgressori alla Procura della Repubblica.

Non rientra ovviamente nell’elenco 2021 il lavoro nero accertato quest’anno nel Jova Beach Party: un terzo dei lavoratori impiegati nella sola tappa di Fermo è risultato completamente in nero. Sarebbe stato utile appurare la situazione anche per Marina di Ravenna ma le cronache non hanno dato notizia di ispezioni effettuate in quella occasione. È stato comunque abbastanza per far “sbroccare” Jovanotti, come già aveva fatto in relazione a precedenti contestazioni in materia ambientale. Le offese sono state rispedite al mittente dal capo dell’ispettorato nazionale: «Irregolarità significa lavoratori non dichiarati. Vorrei ricordare che non si tratta di una semplice irregolarità, perché dietro al lavoro in nero c’è l’assenza di orari regolamentati, misure di sicurezza, coperture previdenziali e assicurative. Parlare vagamente di irregolarità è fuorviante: dove c’è lavoro non contrattualizzato non ci sono i diritti».

Come Ravenna in Comune siamo totalmente d’accordo. A Ravenna in maggio il bilancio dell’attività ispettiva coordinata nei cantieri edili della provincia da parte di carabinieri e ispettorato del lavoro ha rivelato che per oltre il 50% i controlli avevano dato seguito a contestazione di violazione. Per questo Ravenna in Comune aveva preteso e ottenuto un apposito Osservatorio sulla sicurezza e la legalità del lavoro che, sino ad oggi, è rimasto sostanzialmente lettera morta nonostante ripetuti annunci. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato a fine luglio con la sottoscrizione avanti il Prefetto dell’ennesimo patto. Questa volta si tratta del “Patto territoriale di comunità per la prevenzione degli infortuni, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la legalità” nel cui ambito dovrebbe trovare rivitalizzazione anche il nostro Osservatorio.

Un anno fa, quando ancora sedevamo in Consiglio Comunale, il nostro capo gruppo, Massimo Manzoli, si espresse in maniera chiara sui patti e i protocolli: «Si fanno da dieci anni, ma io ho un approccio scientifico: nonostante i protocolli nel giro di 5-6 anni sono morte due persone nel porto allo stesso modo, quindi il protocollo è uno strumento di facciata non efficace, lo dicono i dati non Manzoli. E cito Calamandrei, quando parlava della Costituzione: i protocolli e gli osservatori sono pezzi di carta, li lascio cadere e non si muovono. Perché si muovano bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere le promesse, e la propria responsabilità».

Detto questo ci dichiariamo d’accordo anche con il comunicato del capo dell’ispettorato che ha accompagnato la pubblicazione della relazione annuale: «Le ispezioni devono essere organiche e sistematiche su tutti profili del rapporto di lavoro: regolarità, sicurezza, emersione, tutele individuali e collettive». Signor Sindaco e signor Prefetto, aspettiamo che alle parole seguano i fatti!”