“In questi giorni si sono riaccesi i riflettori sulle retribuzioni da lavoro. C’è un generale problema di adeguatezza dei corrispettivi alla possibilità di trarne il necessario ad una vita dignitosa. La Costituzione lo stabilisce come diritto del lavoratore «ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa» (art. 36).

Da parte padronale ci sono resistenze a prendere atto che se il costo dell’esistenza aumenta devono aumentare anche i valori delle retribuzioni per procurarsi i mezzi di sussistenza. Da tutte le parti sociali, poi, ci sono resistenze ad una previsione di un minimo retributivo stabilito ex lege nel timore di una compressione del proprio rispettivo ruolo.

Il punto è che il tentativo del padrone di pagare meno possibile l’attività del lavoratore era stato ben illustrato già da un certo Karl Marx non proprio l’altro ieri. Tutte le volte che gli si aprono varchi, anche con le migliori intenzioni di questo mondo, il padrone ne approfitta a proprio uso e consumo. Vale per le forme macroscopiche di nero e grigio che consentono al padrone di comprimere contributi e voci salariali. Ma vale anche quando i contratti ci sono e vengono applicati. Perché la mole di contrattazione collettiva prodotta in Italia è impressionante: al 31 dicembre scorso c’erano 992 contratti nazionali depositati presso il CNEL. Per la cronaca, alla stessa data, il 62,7% era scaduto! Non può consentirsi al padrone di scegliere a proprio comodo quanto più gli conviene e cosa rinnovare o no a spese del lavoratore!

Quanto sopra evidenziato, risulta chiaro quanto come Ravenna in Comune sottolineavamo ancora tre anni fa e cioè che «vanno stigmatizzati comportamenti volti ad un contenimento dei costi fatto pagare ai lavoratori mediante applicazione di contratti con trattamenti comparativamente inferiori. Il principio è generale. Lo specifico è quello del massiccio ricorso alla cooperazione sociale nel subappalto di attività nel servizio di raccolta rifiuti».

L’occasione per ribadirlo ce la fornisce il Sindacato Generale di Base. Nella nota diffusa dal Sindacato, infatti, è data notizia della sentenza con la quale il Giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna ha riconosciuto lo scorso 7 giugno «oltre 41.000 euro di differenze retributive ad un dipendente, addetto alla raccolta dei rifiuti sul territorio di Cervia, servizio degli appalti di Hera. […] Il Giudice ha accertato che al lavoratore doveva essere applicato il CCNL dell’Igiene Ambientale e non quello delle Cooperative Sociali, con un riconoscimento di “un minimo salariale nettamente maggiore” rispetto quello corrisposto dalla cooperativa. Una evidente violazione dell’art.36 della Costituzione (sulla “giusta” retribuzione), “posto che – recita la sentenza – il ricorrente vanta differenze retributive di circa 8.000,00 euro annui, cifra assolutamente considerevole, pari a circa il 30 % della retribuzione che gli era dovuta”. Nella decisione il Giudice richiama non solo l’esigenza di riconoscere la “giusta” retribuzione al lavoratore, ma anche la necessità di “contrastare forme di competizione salariale al ribasso”, che nel caso in esame si qualificava come un “dumping contrattuale e sociale di consistenti dimensioni”».

Lo diciamo come Ravenna in Comune: siamo contro l’utilizzo improprio di regimi contrattuali diversi per lo svolgimento dello stesso lavoro. Non possiamo dunque, che confermare quanto già sottolineato altre volte:

«Come Ravenna in Comune​ riteniamo sicuramente deprecabile l’atteggiamento di chi, invece di promuovere migliori condizioni di lavoro, si fa artefice di discriminazioni tra lavoratori. Questo vale per le cooperative ma anche per i Comuni azionisti di Hera e committenti del servizio. E per Atersir che è Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti.

Auspichiamo per il futuro da parte di tutti i sindacati una posizione di pronta condanna di questi comportamenti per una miglior tutela dei lavoratori coinvolti».”

 

Ravenna in Comune