“Quando il discorso cade su Francesca Albanese il centrodestra carica a testa bassa e il centrosinistra alza la voce per evitare di affrontare il nocciolo della questione. Questo è quanto viene in mente osservando le ultime mosse della politicuccia di casa nostra.
A Ravenna,una dopo l’altra, le forze politiche di centrodestra hanno trovato l’occasione di uno striscione di solidarietà appeso alle finestre della Casa delle Donne «per chiedere conto alla Giunta del perché si continui a tollerare che spazi comunali vengano usati per finalità politiche e propagandistiche» ritenendo che «tollerare affissioni del genere significa prendere una posizione politica travestita da normalità». Sul “terribile” striscione sta scritto: «sostegno a Francesca Albanese».
Ravenna in Comune applaude all’iniziativa della Casa delle Donne, condividendola, ed esprime la propria totale solidarietà verso chi, molto opportunamente, ha espresso solidarietà a una delle poche figure che internazionalmente danno lustro al nostro Paese. L’occasione è importante per ribadire quale sia il ruolo di Francesca Albanese.
Dal 2022 ricopre l’incarico di Relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967. La figura è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1993 per indagare sulle violazioni da parte di Israele dei principi e delle basi del diritto internazionale, del diritto internazionale umanitario e della Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra, del 12 agosto 1949, nei territori palestinesi occupati da Israele. Francesca Albanese è l’ottava a ricoprire il ruolo e la prima donna. I suoi rapporti, dunque, devono avere questi contenuti. Di Hamas si devono occupare altri soggetti. Compito di Francesca Albanese è invece denunciare tutte le situazioni in cui chi sta occupando illegittimamente Gaza e la Cisgiordania, ossia gli Israeliani, viola i diritti umani nei confronti dei Palestinesi. Non solo: poiché i governi del mondo e altri soggetti internazionali sono tenuti a collaborare perché questi diritti siano garantiti, nei suoi rapporti anche di questo Francesca Albanese deve trattare. Così, l’ultimo in ordine di tempo, ha denunciato i governi, tra cui quello italiano, che stanno contribuendo al genocidio dei palestinesi da parte degli israeliani.
Le richieste di rimuovere lo striscione sono irricevibili. L’unico limite (a parte quello di apologia di fascismo) è quello di affiancare la bandiera italiana con una bandiera impropria. Gli striscioni appesi alle finestre di un edificio pubblico, ovviamente, sono pienamente legittimi come a suo tempo chiarito dall’Avv.to Andrea Maestri. Ribadiamo dunque la solidarietà di Ravenna in Comune alla Casa delle Donne e, ovviamente, a Francesca Albanese che, meritoriamente, porta avanti il suo compito nonostante sia per questo fatta oggetto di sanzioni e minacce.
Stigmatizziamo invece il comportamento del PD che, a Russi, alla presentazione di una richiesta del capogruppo per “Sinistra europea Rifondazione Partito Comunista”, Giordano Cignani, di assegnare la chiavi della Città a Francesca Albanese, ha rilanciato con la proposta di conferirle la cittadinanza onoraria. Poi, in Consiglio Comunale, ha calciato la palla in tribuna con un “bel” rinvio, prima dell’affossamento. Così riporta la stampa: «Salta l’assegnazione della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, la relatrice dell’Onu sui territori palestinesi, da parte della città di Russi. All’interno del Tavolo della Pace verrà individuato un nuovo nome».
Ravenna in Comune propone che sia Ravenna a conferire la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. Le previsioni dello Statuto comunale trovano perfetta corrispondenza nella sua figura: «L’istituto della “Cittadinanza onoraria” costituisce un riconoscimento onorifico per chi, non iscritto nell’anagrafe del comune, si sia distinto particolarmente nel campo […] dei diritti umani […] con azioni di alto valore a vantaggio della nazione o dell’umanità intera». Invitiamo cittadine e cittadini, forze politiche e associative, collettivi e centri sociali, ad unirsi a noi nella richiesta.”

























































