Anche oggi ci tocca commentare una non notizia: l’ennesima applicazione delle misure emergenziali previste dal “piano aria”. Come noto, “scattano nel caso in cui si preveda il superamento dei limiti per il PM10 nel giorno di controllo e nei 2 giorni successivi”. Questo il comunicato di venerdì dell’Agenzia Regionale ARPAE: “Da sabato 15 gennaio 2022 entrano in vigore le misure emergenziali per la qualità dell’aria nei comuni della provincia di Ravenna. Prorogata l’allerta smog anche nelle province di Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. Le limitazioni alla circolazione per i veicoli più inquinanti (fino a diesel euro 4) nei comuni PAIR e gli altri provvedimenti emergenziali, rimarranno attivi fino a lunedì 17 gennaio incluso, giorno di controllo e di emissione del nuovo Bollettino Liberiamolaria”. Iniziamo dunque male il 2022 come peraltro avevamo chiuso il 2021.

In attesa del Report 2021 (per il quale dovremo aspettare di arrivare a metà del 2022), ARPAE riporta la sintesi dei dati raccolti sulla qualità dell’aria in Emilia Romagna nel 2020 relativamente al particolato:

“Il valore limite giornaliero di PM10 (50 μg/m3) è stato superato per oltre 35 giorni (numero massimo definito dalla norma vigente) in 25 delle 43 stazioni della rete di monitoraggio regionale che lo misurano. […] Il 2020 risulta fra i tre anni peggiori dal 2003”.

Per quanto riguarda in specifico la nostra Provincia:

“Il limite giornaliero è stato superato in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria, ad esclusione della stazione di fondo urbano di Faenza (Parco Bertozzi)”.

Per il 2021 che si è appena concluso, pur mancando ancora il report ufficiale, siamo già in grado di registrare l’estrema criticità rilevata dalla stazione di monitoraggio della centralina Darsena San Vitale per l’Area Industriale/Portuale: 61 sforamenti! Erano del resto 69 nel 2020, 75 nel 2019 e 83 nel 2018, dunque qualche miglioramento c’è stato. Ma con un massimo di sforamenti che la normativa indica in 35, siamo comunque lontani da una situazione di tranquillità.

In uno degli ultimi articoli dello scorso anno abbiamo ricordato che anche il limite di legge dei 35 sforamenti massimi non costituisce una barriera contro il rischio di sviluppare tumori alle vie respiratorie. Per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. Abbiamo anche ricordato che, con 271 morti nel 2018 nella nostra provincia per tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni, si tratta del tipo di tumore di gran lunga più diffuso sul nostro territorio.

Il 16 luglio 2019 il Consiglio Comunale di Ravenna ha approvato la “dichiarazione di emergenza climatica”. De Pascale, annunciando alla stampa l’esito del voto, prometteva: “La nuova consapevolezza che sta nascendo ci deve far cambiare velocemente passo”. In due anni non ne abbiamo visto nessuno. Alla luce delle elevatissime emissioni di particolato nel nostro scalo, un primo passo importante potrebbe essere l’elettrificazione delle banchine del porto, come abbiamo più volte richiesto, da ultimo anche alla neo assessora competente. Recentemente anche il coordinamento Per il clima – Fuori dal fossile si è unito alla nostra richiesta. Continuiamo ad aspettare quel cambio di passo. È urgente!