“Due anni fa il Comune di Ravenna, al momento di assegnare una medaglia in occasione del suo pensionamento all’allora presidente di Hera, proclamava ad alta voce «quanto le partecipazioni pubbliche in Hera S.p.A. contribuiscano a mantenere servizi di qualità ai cittadini nei territori serviti, oltre a generare innovazione e sviluppo in numerose realtà». Nessun pensiero per chi per Hera lavora in appalto.
Sulla qualità dei servizi il giudizio della cittadinanza è impietoso. Ma non è che sul fronte del lavoro le cose vadano meglio. Ieri le lavoratrici e i lavoratori impegnati nei servizi di igiene ambientale appaltati da Hera hanno manifestato davanti alla sede di Colas. Sono tutte e tutti al livello più basso del contratto collettivo Igiene Ambientale. Rivela il Sindacato (SGB) che, in un incontro di mediazione convocato dalla Prefettura, la cooperativa Colas che ha ottenuto l’appalto da Hera si era impegnata «ad avanzare una proposta di conciliazione» ma:
«Malgrado l’impegno assunto nella sede istituzionale, Colas, alla data prevista dal verbale sottoscritto, non ha inviato al sindacato alcuna convocazione o proposta. Questa marcia indietro di Colas dimostra ancora una volta che a decidere sul trattamento economico dei suoi dipendenti sono probabilmente altri, ovvero chi governa l’appalto dei servizi di igiene ambientale nella nostra città: HERA e l’associata CICLAT. Come abbiamo già denunciato nel 2021, Hera e soci sono stati costretti dai Tribunali a riconoscere il contratto dell’igiene ambientale anche nelle ditte in appalto; trovando, tuttavia, il modo per eluderlo, sottoinquadrando il personale. Le lavoratrici svolgono mansioni di spazzamento, svuotamento cestini, raccolta e conferimento dei rifiuti con l’uso di veicoli e per il CCNL non ci sono dubbi: queste attività rientrano nel secondo livello. Dal 2021, invece, le lavoratrici e i lavoratori di Colas, ma anche di Copura, sono stati inquadrati ad un livello inferiore».
Ieri, perciò, le lavoratrici e i lavoratori hanno portato i sacchi di immondizia davanti alla sede di lavoro per denunciare il sottoinquadramento con lo slogan: «Se sono solo mozziconi, raccoglieteli voi». Tutto per mantenere basso il costo dell’appalto a spese di lavoratrici e lavoratori di Colas e Copura. In gennaio, poi, è previsto «un presidio sotto il Comune di Ravenna, per chiamare in causa direttamente le istituzioni che hanno il dovere di vigilare sul rispetto del CCNL in un appalto pubblico. Il messaggio lanciato oggi dal presidio è chiaro: “Basta profitti sulla pelle di chi lavora. Pretendiamo ciò che ci spetta di diritto”».
Ravenna in Comune è solidale con le lavoratrici e i lavoratori sfruttate/i per i guadagni di una multiutility quotata in borsa. Che la cassaforte del Comune di Ravenna, Ravenna Holding, detenga quasi il 5% delle azioni di Hera costituisce un’aggravante: a cosa serve se non garantisce migliori servizi alla cittadinanza e condizioni di lavoro migliori per lavoratrici e lavoratori?
La domanda che Ravenna in Comune ha già posto resta la stessa: Hera fa soldi, ma cosa ce ne viene in tasca? Assieme alle lavoratrici e ai lavoratori e alla cittadinanza tutta aspettiamo una risposta dal Sindaco.”

























































