Più si avvicina il termine del procedimento che dovrebbe decidere sul rigassificatore di Ravenna e più si allunga il naso del Sindaco e del Commissario. Sono in effetti tantissime le fake news sparate per mantenere a galla il progetto di un rigassificatore che, altrimenti, sarebbe già bell’e affondato. Pensiamo alla balla della indispensabilità per risolvere un’emergenza di scarsità di gas e di bollette alte. Il rigassificatore ravennate, nella migliore delle ipotesi per SNAM, potrà essere operativo solo per l’inverno 2024/2025. A tutt’oggi il gas che in teoria dovrebbe mancare viene invece esportato a tutto busso dagli operatori italiani in tutta Europa. Il prezzo che va in bolletta non è quello di acquisto del gas ma un valore speculativo gonfiato dalla apposta dalla borsa virtuale di Amsterdam dove in realtà il gas delle nostre case non viene compravenduto. E così via. Tante altre se ne potrebbero dire, dalla sicurezza che non c’è al costo esorbitante che invece c’è, eccome. Dal danno irreparabile causato al clima, a quello arrecato al mare e ai territori vergini dai gasdotti, ecc.

La balla su cui ci soffermiamo oggi è quella della presunta coesione della comunità ravennate nel volere a tutti i costi un “bel” rigassificatore davanti alle proprie spiagge turistiche. La raccontano fin dall’inizio sia de Pascale che Bonaccini e, forse, hanno finito per crederci pure loro. Si sveglieranno dal sogno come si dovranno riprendere dalla batosta elettorale. Si moltiplicano giorno dopo giorno le iniziative che esprimono motivata contrarietà alla rigassificazione del nostro futuro. Ci prendiamo qualche merito, come Ravenna in Comune, ad aver risvegliato le coscienze fin dal primo giorno, segnalando le criticità di un progetto che riempie le tasche a pochi a danno di tutta la comunità. Fin dal primo momento si sono segnalati per l’opposizione il coordinamento ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile, Legambiente e i Fridays for Future. È stata loro l’organizzazione della prima manifestazione a Marina di Ravenna il 30 luglio e la marcia di Punta Marina dell’11 settembre. Ma da lì è iniziata ad aumentare giorno dopo giorno, esponenzialmente, la protesta e le iniziative che la connotano. Importante è il risultato della petizione presentata sabato scorso alla Pro Loco di Punta Marina. Importantissime le osservazioni al progetto presentate sino ad oggi (il termine ultimo scadrà il prossimo 13 ottobre): sono quasi cento! Impacchettate in quindici invii complessivi ne sono arrivate 76 entro il primo termine ed altre 22 dopo la riapertura dei termini dovuta alle variazioni apportate al progetto originario. Tante anche le richieste di integrazione formulate da Enti e Amministrazioni che, in alcuni casi, meglio avrebbero dovuto chiamarsi “straccia tutto e ricomincia da capo”. Tante anche le associazioni che via via hanno unito i loro sforzi per contrastare l’imposizione calata dall’alto. E tante anche le forze politiche che, prima e dopo le elezioni, si sono schierate contro i poteri fortissimi nascosti dietro Bonaccini e de Pascale. Qualcuno (Vivi Ravenna Verde) ha chiesto ai due di trarre le conseguenze di queste proteste e di dare le dimissioni durante l’appuntamento che loro stessi hanno convocato per presentare tardivamente il progetto.

Oggi pomeriggio, sabato 8 ottobre, si aggiunge una nuova iniziativa. È previsto un concentramento in Piazzale Farini, davanti alla Stazione di Ravenna, alle 16.00, per un corteo di protesta che si concluderà in Piazza Anita Garibaldi. Sarà un corteo di cittadine e cittadini senza insegne di partito o di singole associazioni. Quello del rigassificatore è «un progetto folle», sottolineano gli organizzatori della manifestazione che sabato vogliono far sentire il loro dissenso «spinti dalla solidarietà e stanchi dei continui soprusi calati dall’alto. Il rigassificatore di Punta Marina è sinonimo di rischi all’ambiente, di svalutazione degli immobili sul litorale, di pericolo per la sicurezza dei cittadini, di danneggiamento alla pesca locale, di grave danno al turismo estivo. Occorre fare una scelta di fondo: è l’incolumità che deve condizionare le scelte economiche e non viceversa. Da non sottovalutare il fatto che l’impianto viene proposto in deroga a leggi importanti in materia di rischi».

Ravenna in Comune, contraria a questo e a tutti i progetti di rigassificazione portati avanti a Ravenna e in tante altre località, è aderente alla rete nazionale sorta apposta per contrastarli. Respingiamo il progetto sostenuto dal Sindaco e dal Commissario per ragioni ambientali, climatiche, economiche e politiche. Le stesse ragioni che diffondiamo dall’inizio della protesta. Ravenna in Comune invita tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono in queste posizioni e valori a prendere parte a questa e a tutte le manifestazioni che verranno convocate. Il modello inaugurato a Piombino è quello da seguire: mettere in rete le proteste, valorizzare ciò che le unisce, allargare l’opposizione nella maniera più inclusiva possibile. La pacifica fermezza democratica sempre più si contrapporrà oggi e nei prossimi giorni all’autoritarismo della lobby dei rigassificatori.