Ravenna in Comune: nell’immagine notturna, la Golar Tundra in porto a Piombino ieri 19 marzo

Ieri sera, 19 marzo, poco dopo le 21.00 la Golar Tundra è entrata nel porto di Piombino dove è stata autorizzata a rimanere per 3 anni. Entro venerdì prossimo verrà ufficializzata la decisione di SNAM per il successivo trasferimento in Adriatico. Tutti sanno che indicherà Ravenna ma tutti, Sindaco di Ravenna in testa, si nascondono dietro un dito per non vedere che presto tutta l’economia ravennate girerà, a vuoto, attorno alla rigassificazione. Tutti fingono di non vedere l’enorme aumento del rischio per il raddoppio di quello che Piero Angela definì «l’incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche». Tutti fingono di non vedere che, proprio mentre finalmente si fa un po’ di manutenzione ai fondali del porto, i vincoli imposti dal via vai delle metaniere limiterà in maniera esponenziale i traffici portuali. Tutti fingono di non vedere la batosta assestata al turismo balneare. Tutti fingono di non vedere che invece di essere riconvertite le attività off-shore ravennati sono state condannate a morire lentamente attorno ai rigassificatori. Tutti fingono di non vedere il danno ambientale arrecato al mare e all’aria. Tutti fingono di non vedere il disastro climatico che si avvicina sempre più.

Da domani ricominceremo il lavoro politico di informazione per aprire gli occhi alla gente su cui il teatrino della politica locale continua ad imporre pesanti bendaggi. Oggi, invece, per Ravenna in Comune è il tempo della solidarietà. Torniamo a manifestare piena e totale solidarietà alla comunità piombinese prevaricata con la scusa di una presunta emergenza nazionale. Lo hanno chiamato il metodo Piombino e, dopo Piombino, è stato sperimentato anche a Ravenna: una normativa d’urgenza che impone commissari, piega la democrazia e cancella la normativa posta a garanzia di sicurezza da grandi rischi industriali e valutazione ambientale. Lo hanno chiamato il metodo Piombino ma lo si vuole utilizzare in tanti altri luoghi italiani oltre che a Ravenna: da Porto Torres e Porto Vesme in Sardegna. Più due terminal onshore a Gioia Tauro, in Calabria, e Porto Empedocle in Sicilia. È lo stesso metodo che ha prodotto il Tap, il gasdotto che porta gas dall’Azerbaijan in Europa e tocca terra in Puglia. E che si è applicato al Muos di Niscemi in Sicilia dove sono state installate le mega antenne che controllano i droni di Sigonella. E nella Valsusa dove si continua da decenni a tenere militarizzata una intera stretta vallata piemontese per il TAV. E l’elenco sembra non finire mai. Tutte situazioni in cui la volontà dei territori, le leggi ordinarie, l’interesse delle cittadinanze è stato soffocato.

Ravenna in Comune ha portato la solidarietà della Romagna alla comunità di Piombino alla grande manifestazione nazionale dell’11 marzo. L’invito a tutte le italiane e a tutti gli italiani è di partecipare alla grande manifestazione che la Campagna per il Clima Fuori dal Fossile e la Rete Nazionale sta preparando per il prossimo 6 maggio a Ravenna. Il percorso di costruzione di questo importante appuntamento inizierà giovedì 30 marzo a Ravenna alla Sala Ragazzini, con un concerto dell’ ensemble Lympha Trio e proseguirà la sera di venerdì 31 marzo ad Alfonsine, alla Sala Rita Levi Montalcini con una pubblica assemblea sulle “alternative alla schiavitù del modello estrattivista”. E poi proseguirà in altri luoghi del territorio. Perché ogni territorio, ormai, può essere violentato dall’applicazione del metodo Piombino. Ogni territorio è Piombino.”