“Scrivevamo qualche tempo fa che la politica nostrana è sempre più attaccata alla canna del gas. Ora abbiamo addirittura un commissario: con Bonaccini sono tutti felici, da de Pascale in giù. Certo è una bella abitudine quella di congratularsi con il potente che sale sperando che si ricordi di chi si prodiga in salamelecchi. Ma, abitudine a parte (e interessi privatissimi pure), cosa c’è da congratularsi? Di cosa si dovrebbe congratulare Ravenna se il Presidente della Regione è stato nominato Commissario straordinario per il rigassificatore della Regione Emilia-Romagna? In attesa di leggere il decreto, sappiamo comunque che si dovrà occupare delle sole unità galleggianti collegate alle reti di trasporto esistenti a livello regionale. Ammesso e non concesso che fosse opportuna la nomina, non ha niente a che vedere con l’estrazione di gas a cui gli industriali della filiera del fossile tenevano tanto. Ma neanche con il parco eolico Agnes.

Avevamo dunque ragione noi di Ravenna in Comune quando sostenevamo che si stava facendo solo del greenwashing da parte di de Pascale mettendo di mezzo il parco eolico. La nomina di Bonaccini non abbrevierà nemmeno di un minuto l’iter per le rinnovabili. Né, d’altra parte, accelererà in alcun modo l’indispensabile riconversione delle estrazioni off-shore. Che se sono destinate a cessare non dipende certo dall’ambientalismo quanto piuttosto dal fatto che ad ENI dei giacimenti locali, piccoli e a caro prezzo, non importa un fico secco. Tant’è che quel che poteva l’ha venduto da anni quando trovava ancora acquirenti. Anche in Croazia.

Da un rigassificatore a Ravenna abbiamo tutti da perdere salvo quei pochi che contano di guadagnarci. Sono in gran parte i soliti. E certo non rappresenterà un’inversione di tendenza per contrastare la disoccupazione crescente nel settore estrattivo. Né rappresenterà un’inversione di tendenza rispetto all’azione climalterante del gas. Né ridurrà, quanto piuttosto aumenterà, il numero di impianti a rischio di incidente rilevante di tipo Seveso ravennati. Sono già oggi ben 26. Il 26esimo è stato un altro impianto di GNL, a terra questa volta. Quello in mare sarà il 27esimo. Quanto dovrà essere vasta l’area di salvaguardia interdetta a traffico navale e pesca attorno al luogo dove sarà ormeggiata? Per quanto se ne sa, la nave di Livorno, ormeggiata a 12 miglia dalla costa, ha una fascia di rispetto profonda almeno 2 miglia. E quanti anni dovremo tenercelo, visto che le navi non vengono noleggiate ma acquistate? La prima, la Golar Tundra, è costata 350 milioni di dollari ed ha una vita residua di 20 anni. E poi ci sono tutte le infrastrutture da realizzare a nuovo, visto che non era vero che a Ravenna era già tutto pronto per partire fin da subito come qualcuno raccontava. Prima di un anno non se ne parla. Oppure due se sarà il secondo. Il Sindaco parla di compensazioni ambientali: ma chi se ne frega delle compensazioni! Come se dovessimo augurarci un terremoto nella speranza di una sospensione delle tasse sulla casa! Tanto lo sappiamo che ENI, al massimo, proporrà l’ennesima passerella sulla sabbia!

Ravenna in Comune torna dunque a chiedere a de Pascale: perché, come ha detto, «questa è una notizia molto positiva che Ravenna accoglie con grande soddisfazione»?”