“Subito dopo lo scoppio della guerra, Cingolani sosteneva che il rigassificatore fosse indispensabile per superare il prossimo inverno ed indicava per la metà dell’anno (cioè questo giugno) il momento dell’installazione. Niente di definitivo, per carità: una nave giusto per «passà ‘a nuttata». Da Ravenna gli aveva immediatamente fatto eco chi dichiarava che da noi sarebbe già stato tutto pronto per il trasporto a terra del gas e l’immissione nella rete nazionale di distribuzione. E giù a sciorinare quel che ci voleva per Ravenna: l’ampliamento delle estrazioni di gas, un rigassificatore e il deposito più grande del mondo per stoccare la CO2. Il fiocchetto sarebbe stato il parco eolico AGNES, a patto di considerare l’insieme un pacchetto unico.
Ad oggi si scoprono una ad una quelle bugie che avevano proprio le gambe cortissime. Intanto non è vero che il rigassificatore serve per un’emergenza né che l’uso sarà temporaneo. Non si noleggeranno, ma si compreranno due navi che non vedranno l’entrata in funzione prima di un anno la prima (primavera 2023) e di due la seconda (2024). Quale è destinata a Piombino e quale a Ravenna le comunità non lo sanno ancora. Di certo c’è che a Ravenna non c’è niente di pronto. L’eventuale nave dovrà comunque essere sottoposta ad iter autorizzativo ed è indispensabile l’adeguamento o la realizzazione a nuovo del collegamento a terra per svariati chilometri di tubazioni. Si sa comunque che la prima nave, la Golar Tundra, è già costata 350 milioni di dollari che verranno ammortizzati in 20 anni di esercizio: altro che provvisoria!
È poi falso che la rigassificazione sia esente da rischi. Avrà la stessa classificazione della nave già operativa a Livorno: si tratta di impianto a grandissimo rischio di incidente rilevante di tipo Seveso (sopra soglia). Nel nostro Comune sono già 24 gli impianti classificati a maggior rischio. L’ultimo in ordine di tempo è il deposito di GNL per la cui realizzazione solo Ravenna in Comune ha votato contro in Consiglio Comunale. Invece di operare per un alleggerimento progressivo del rischio, l’Amministrazione de Pascale lo aumenta. Alla faccia di chi ci accusa di “nimby” (non nel mio cortile), la nostra provincia da sola ospita il 5% degli impianti ad alto rischio italiani!
Non racconti frottole de Pascale su una pacifica accettazione da parte ravennate di qualunque schifezza Descalzi e Cingolani vogliano appiopparci. Per Ravenna, come per Piombino del resto, c’è un’ampia maggioranza di cittadine e cittadini che rifiutano l’ennesimo “regalo”. Il gas non c’entra nulla con le rinnovabili. Sia quando viene bruciato, sia quando viene direttamente immesso in atmosfera, infatti, è un rilevante fattore climalterante. E pensare che dovrebbe essere abbandonato immediatamente per consentire ai luoghi come Ravenna di non essere sommersi dall’innalzamento del mare, come già la nostra costa sperimenta ogni anno. Nonché, ovviamente, per ridurre le altre conseguenze devastanti del cambiamento climatico.
Ravenna in Comune è con questa maggioranza di cittadine e cittadini che pretende l’immediata transizione alle rinnovabili e che dopo aver manifestato lo scorso anno contro il deposito di CO2 è pronta a fare altrettanto contro il rigassificatore. Basta bugie!”

Ravenna in Comune