“Nella lingua non sono depositati intrinseci princìpi di verità, ma soltanto le nostre opinioni” [Francesco Sabatini, linguista ex presidente della Crusca]

I comportamenti reciproci si influenzano anche attraverso il linguaggio che ciascuno di noi decide di usare. La lingua, infatti non solo rispecchia i valori, ma concorre a determinarli contribuendo all’organizzazione delle nostre menti. La lingua non è solo strumento di informazione e comunicazione, ma uno dei più importanti sistemi simbolici a nostra disposizione. E un linguaggio neutro o inclusivo sotto il profilo del genere va ben oltre il concetto del “politicamente corretto” in quanto di per sé il linguaggio è un potente strumento che riflette e influenza gli atteggiamenti, i comportamenti e le percezioni.

Sono questi i presupposti su cui si basa l’Ordine del Giorno che verrà presentato nel pomeriggio di oggi, martedì 29 marzo, in Consiglio comunale. I primi firmatari sono Francesca Impellizzeri e Luca Cortesi, del gruppo consiliare di Ravenna Coraggiosa (a cui seguono le firme di Gloria Natali del PD e Giancarlo Schiano, capogruppo del Movimento 5 stelle).

“Il Comune di Ravenna – si legge nell’ODG – ha da sempre manifestato attenzione e sensibilità nei confronti della tematica delle differenze di genere, sia attraverso l’adesione ad alcune organizzazioni che si occupano della tutela dei diritti, sia attraverso propri atti come delibere e ordini del giorno, che hanno generato negli anni importanti azioni politiche”.

In logica coerenza con questo comportamento, l’Ordine del Giorno impegna il sindaco e la giunta affinché si porti a conclusione il percorso di revisione dei termini utilizzati in tutta la modulistica del Comune in modo da mettere in evidenza i diversi generi; si riprenda un corso di formazione e/o di aggiornamento per i/le dipendenti e dirigenti del Comune, con cadenza periodica, affinché l’uso del linguaggio di genere possa esser a tutt* conosciuto e diventi una pratica spontanea e di uso comune; si riprenda il lavoro sul “bilancio di genere” svolto negli anni passati affinché al gruppo di lavoro possa esser riconosciuto un ruolo di monitoraggio dell’andamento di tale percorso verso un’acquisizione del linguaggio di genere, ma anche di una più ampia condivisione della cultura di genere.”