Riportiamo un passaggio dell’intervento della capogruppo, Francesca Impellizzeri, durante l’odierno dibattito in consiglio comunale sul tema della Sanità.

“Allora ritornerei alla definizione che l’OMS aveva dato nel lontano 1948 del concetto di qualità di vita e salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non mera assenza di malattia.

A questo deve tornare il nuovo paradigma: non più la totale attenzione allo stato di malattia, ma il benessere della persona, ripartendo dai territori, favorendo la prossimità e lo sviluppo di reti in grado di accompagnare i pazienti con una presa in carico globale.

“Riuscire a fare il massimo con le risorse che ci vengono riconosciute” rubo sempre alcune parole dell’intervento del direttore Carradori.

Non è più pensabile ragionare seguendo una visione tradizionale per cui è possibile investire solo in settori che producono un guadagno economico.

Abbiamo una nuova consapevolezza che ci permette di affermare che gli investimenti sanitari indirizzati sulla territorialità delle cure, sul riconoscimento del benessere comunitario, sulla prevenzione, consapevolezza e formazione della popolazione producono un contenimento e una riduzione delle condizioni di malattia oltre che un benessere più diffuso e consapevole.

Quanto illustrato dal direttore e dalle direttrici sulle azioni e le attività riguardanti la nostra sanità locale è dimostrazione che c’è una visione che risponde a questo paradigma.

C’è una volontà nel voler investire le risorse che sono riconosciute al territorio per capillarizzare i servizi sanitari e per renderli sempre più prossimi ai pazienti facilitando così il dialogo, il confronto e la collaborazione tra i diversi attori coinvolti nella salvaguardia della salute collettiva.

Noi di Ravenna coraggiosa abbiamo presentato diversi ordini del giorno che concretizzano la visione fino a qui rappresentata come la richiesta di prevedere azioni che liberino la nostra città dal fumo oppure la proposta di pensare ad un servizio di psicologia di base che permetta alle persone di tutelare ed imparare a prendersi cura anche della propria salute mentale.

E’ fondamentale restituire ai cittadini l’importanza del contributo di tutti in questa visione sistemica della salute, come bene della comunità in cui la territorialità possa fungere da filtro ai percorsi di ospedalizzazione, costruendo una identità culturale basata sulla salute.

In quest’ottica di salute di comunità è anche fondamentale riconoscere il ruolo centrale del terzo settore, dimostrato anche nelle numerose attività di supporto portate avanti durante la pandemia. Crediamo che alle associazioni debba esser riconosciuto un ruolo in questo paradigma, come anche un luogo fisico all’interno delle case della comunità dove i cittadini possano trovare quelle risposte orientate al benessere dei pazienti e al contenimento della condizione di cronicità.

Questo stesso paradigma permette anche di mettere al centro le specificità, nell’ottica di interventi mirati e individualizzati.

Parlando del nuovo reparto di ostetricia e ginecologia: ci aspettiamo che si preveda, oltre che un’innovazione strutturale, anche un’innovazione di pensiero alla base di quello che sarà il lavoro e le attività di questi reparti. Ci aspettiamo che vengano rispettate le specificità tipiche del corpo femminile e che la donna in gravidanza possa trovare accoglienza, accompagnamento, comprensione e supporto nelle varie fasi e che la nascita venga re-interpretata ponendo al centro non solo rispetto del nascituro, ma che lo stesso venga riconosciuta alla madre e al suo corpo.”