“A seguito della recente scelta dell’Amministrazione Comunale di affidare il polo per l’infanzia “Mani fiorite” tramite bando e senza adeguata condivisione delle parti sociali, è emersa – grazie al lavoro delle organizzazioni sindacali e rispetto ai bisogni delle famiglie di cren, crem, cre – l’esigenza di aprire una discussione più generale che vada al di là della singola situazione.

Arrivano segnali nuovi e importanti che se non letti in prospettiva aprono alcune questioni preoccupanti. Il coordinamento di Ravenna Coraggiosa chiede dunque al Comune di convocare rapidamente le organizzazioni sindacali; che apra un tavolo sui servizi educativi; e che si analizzino in modo partecipato fabbisogni, curve demografiche, esigenze sociali e delle famiglie. Capiamo che offerta possiamo mettere in campo e poi ragioniamo su come modulare le risposte in base agli equilibri di bilancio e quali scelte fare in base alle priorità.

Riuniamo la comunità educante e discutiamo in modo più approfondito – a cominciare dalle forze di maggioranza e dagli obiettivi del programma di mandato – per contribuire ad una visione di prospettiva. È stato sbagliato non averlo fatto nel momento in cui si decideva, per la prima volta, di esternalizzare la gestione di una scuola materna comunale.

Le difficoltà del Covid, le incognite sui bilanci dell’ente, una crisi che morde sul potere reale delle famiglie e sugli equilibri di vita, impongono decisioni importanti che secondo noi non possono che essere affrontate in un percorso di confronto condiviso tra le forze politiche e con le parti sociali coinvolte, secondo un metodo di confronto e concertazione, laddove possibile, con le organizzazioni sindacali, che ha sempre seguito negli anni il Comune di Ravenna e va attuato anche in questo caso.

Serve condividere la visione che il Comune intende attuare sui servizi 0-6 ed educativi in generale, costruire un indirizzo con un confronto che sia preventivo e finalizzato a garantire oltre alla qualità del servizio per i bambini e le bambine, i diritti e le condizioni delle lavoratrici tutte, la flessibilità che serve alle famiglie. Una programmazione, capace di considerare certamente la sostenibilità economica, ma anche le prospettive, il ruolo dell’amministrazione, della scuola statale, il fabbisogno di servizi dei prossimi anni.

Per noi è fondamentale costruire un sistema equilibrato, nel quale vengano salvaguardati il livello di gestione diretta e pubblica dei servizi, la qualità del lavoro e delle prestazioni, la soddisfazione della comunità.

Serve rilanciare gli elementi fondanti il sistema dei nostri servizi educativi e della loro finalità pubblica, in un contesto come quello attuale, post emergenza ma ancora dentro una curva di contagi crescente: in cui è emersa con ancora più nettezza l’importanza di servizi pubblici di qualità. Sono stati anni durissimi per il mondo della scuola, dei servizi all’infanzia e per le famiglie, tuttora siamo molto preoccupati per l’autunno. Costruire una prospettiva di lungo periodo è quanto mai necessario.”