Stavano preparando un assalto in villa, nel baule dell’auto avevano gli attrezzi del mestiere e sull’auto dispositivi quali sirene delle forze dell’ordine e lampeggianti per evitare controlli e posti di blocco e simulare di essere auto di scorta: mazze da 20 chili, guanti, piede di porco. Viaggiavano sue due auto “pulite”, con targhe rubate. E per questo motivo sono stati intercettati dai carabinieri nell’argentano e inseguiti, poi, in mezza provincia nel Ferrarese e Ravennate: uno della banda è stato arrestato, un giovane serbo, con precedenti – guarda caso – legati a rapine, furti, assalti in villa e già condannato nel Bolognese, espulso e rimpatriato in Serbia nel 2018, ma tornato in Italia illegalmente. Gli altri 4 della banda sono riusciti a scappare, nonostante l’inseguimento e poi la caccia dei carabinieri tra Portomaggiore, Comacchio e Ravenna.

Dopo aver bloccato la prima auto, una Alfa Giulietta, a Campotto e aver arrestato il serbo, altre pattuglie dei carabinieri si sono concentrate sulla seconda auto, una Bmw 535, potentissima, noleggiata a Isernia, alla quale avevano cambiato targhe originali con quelle di altre auto poi risultate rubate. Entrambe le auto avevano sirene bitonali delle forze dell’ordine e lampeggianti, un modo per simulare di essere auto di scorta. La Bmw è stata abbandonata a Lido Estensi, dopo essere stata nuovamente intercettata: i quattro occupanti sono scappati, due verso il lungomare, gli altri due su un’auto,  una Fiat 500, che hanno rapinato ad una automobilista comacchiese. Da qui l’ennesimo inseguimento concluso a Marina di Ravenna, con la banda che ha abbandonato l’auto e ha fatto perdere le tracce. Un fatto, hanno spiegato i vertici dei carabinieri, su cui sono ovviamente in corso indagini su altre targhe rinvenute, mentre il serbo arrestato si è presentato in tribunale, ma tutto è stato rinviato a lunedì prossimo per la convalida.