Durante la notte di domenica 1 agosto, un muro della città di Lugo è stato imbrattato con la scritta, realizzata con una bomboletta spray, “Ranalli negro”. Di seguito, pubblichiamo per intero il post diffuso per condannare il gesto dal sindaco di Lugo, Davide Ranalli, sulla propria pagina Facebook.
“Grazie a tutti per la solidarietà dimostratami in queste ore. Molti di voi mi hanno anche strappato un sorriso, cosa non semplice quando succedono queste cose. Oggi, l’amico Gianni Cuperlo, ha scritto queste parole che dicono molto:
“E così succede che di domenica notte un tizio (perché mi arrogo il diritto di pensare che doveva trattarsi del genere maschile) si arma di spray e sul muro che gli capita lascia quella scritta “Ranalli negro”, dove il cognome starebbe per il bravissimo Davide, sindaco di Lugo, e l’aggettivo, si deve supporre, volesse completare l’intento di scagliare un insulto severo. In calce, perché l’educazione è tutto, la firma, cioè una specie di firma vergata con mano incerta e che dovrebbe fornire l’indizio di una falce e martello. Bene, al netto della solidarietà affettuosa verso il mio amico sindaco forse due notazioni si possono fare.
La prima, la più seria, è nella scelta dell’insulto. Perché agli occhi e alle orecchie di una qualunque persona quell’aggettivo non lo è. Ovvero, magari lo era nell’Alabama degli anni ’50 e in diverse altre parti del mondo (e ahimè di casa nostra pure). Ma chiunque abbia non dico un minimo, anche solo un grammo di senno ha compreso da mo’ che il razzismo si ritorce sempre contro chi lo promuove, aizza, diffonde e pratica.
Detto ciò l’altra nota è sulla fantasia. Eh sì, perché ci vuole anche un pizzico di creatività nell’aggredire. All’ignoto writer nottambulo vorrei dire di andarsi a leggere il monologo di Cyrano al tizio che lo apostrofa per un naso – come dire? – molto “grande”. E come replica lo spadaccino? Spiegandogli che quel termine (grande) “È assai ben poca cosa! Se ne potevan dire… ma ce n’erano a josa, variando di tono. – Si potea, putacaso, dirmi, in tono aggressivo: «Se avessi un cotal naso, immediatamente me lo farei tagliare!» Amichevole: «Quando bevete, dée pescare nel bicchiere: fornitevi di un qualche vaso adatto!» Descrittivo: «È una rocca! … È un picco! …Un capoaffatto… Ma che! l’è una penisola, in parola d’onore!» Curioso: «A che serve quest’affare, o signore? forse da scrivania, o da portagioielli?» Vezzoso: «Amate dunque a tal punto gli uccelli che vi preoccupate con amore paterno di offrire alle lor piccole zampe un sì degno perno?» Truculento: «Ehi, messere, quando nello starnuto il vapor del tabacco v’esce da un tale imbuto, non gridano i vicini al fuoco nella cappa?» Cortese: «State attento, che di cotesta chiappa il peso non vi mandi per terra, a capo chino!» Tenero: «Provvedetelo di un piccolo ombrellino, perché il suo bel colore non se ne vada al sole!» …e così avanti per una cinquantina di versi.
Allora, caro writer, in rapida sintesi.
1. Non si imbrattano i muri di notte.
2. Se pensi che “Negro” sia un insulto hai sbagliato secolo e paese.
3. Lascia perdere la falce e martello che è una roba seria.
4. Cerca di coltivare la creatività e non cedere ai luoghi comuni (pessimi)
5. Compera il Cyrano e leggilo. Quanto a capirlo, almeno provaci”.