Facciamo seguito alla proposta di firma del Patto di Collaborazione riguardante la manutenzione, la gestione e la cura delle installazioni “verdi” in Darsena, realizzate nel 2015 per l’evento Ravenna – Capitale italiana della Cultura e poi rapidamente dimenticate, della quale firma eravamo in attesa da quasi un anno e mezzo e che, nonostante avessimo sollecitato più volte, abbiamo dovuto declinare.

In questo lasso di tempo abbiamo continuato ad occuparci, informalmente, delle installazioni L’Isola e Il Campo, senza ricevere alcuna risposta, nonostante l’incontro con l’assessora Morigi nel settembre 2017, su alcune problematiche a parer nostro di facile soluzione, che però sono state totalmente ignorate: l’installazione di qualche cestino, un minimo di manutenzione e di impregnatura dei cassoni agricoli con cui sono stati realizzate le installazioni, il ripristino di tratti di illuminazione pubblica da anni fulminati.

Nel frattempo il tempo è trascorso ed abbiamo la piccola, umile, pretesa di aver reso l’area un po’ meno degradata, più vivibile ed accogliente, come ci testimoniano giornalmente i passanti – tanti- che fruiscono della passeggiata. Tutto senza risposte riguardo al principale problema delle installazioni, che è quello idrico, non essendo in alcun modo le stesse allacciate alla rete e dovendo procedere, specialmente durante la stagione estiva, con un lungo, estenuante, riporto di acqua in tanica per mantenere in vita e salute le piante ospitate, acqua che ci viene gentilmente donata dal Darsena Pop Up, che è l’unico, vero e fattivo, sostegno che abbiamo avuto in questi mesi, e che non ci stancheremo mai di ringraziare. Ora il Patto di Collaborazione che tanto abbiamo agognato e che ci è stato proposto non solo non conteneva alcuna risposta riguardo alla risoluzione di questo problema, su cui ci era stato promesso un allaccio fisso e che ora viene invece sospeso a tempo indeterminato (quello originale, che derivava dall’ex bitumificio SIC, ha smesso di erogare acqua dopo pochi mesi dalla realizzazione delle installazione e ha determinato, in parte, l’inizio delle problematiche), ma nemmeno alcuna risposta e dimostrazione riguardo a tutte quelle piccole ma determinanti necessità che restituiscono un minimo di fruibilità all’area (i già citati cestini, lampioni, manutenzioni ordinarie).

Questo a nostro parere non è accettabile, e non ci sentiamo di obbligarci su un’area che amiamo e curiamo senza però sapere se l’Amministrazione ha un progetto futuro, un orizzonte, un obiettivo. Perché purtroppo a noi non sembra. Dopo tanti mesi passati pazientemente ad aspettare, dispiace rilevare non solo che non c’è un progetto, ma nemmeno una visione e una valorizzazione di ciò che c’è, della forza evocata dalla “Darsena che vorrei”, dove i protagonisti erano i cittadini. Cittadini invece lasciati soli.

Sappiamo che queste installazioni sono ben poca cosa rispetto alle priorità di una città e, anzi, RA-DICI Pensa Locale, Vivi Sociale Via Trieste 42 – 48122 Ravenna info@ra-dici.it cell. 392 1136268 siamo i primi a riconoscere che l’investimento per un allaccio idrico, che pur risolverebbe in gran parte la gestione di queste strutture, sarebbe una spesa sprecata senza un progetto futuro, quando le stesse strutture, in mancanza di una minima manutenzione, marciscono e si sgretolano. Ma si tratta al momento degli unici veri elementi che potrebbero garantire una degna passeggiata lungo la Darsena: zone di sosta illuminate e un poco decorose, servite da cestini, manutentate quanto basta per renderle tutto sommato belle, un vissuto dell’area che preveda anche un poco di controllo e di percezione da parte dei cittadini. Rammentiamo inoltre che si tratta in ogni caso di aree pubbliche, pagate con soldi pubblici e che potrebbero svolgere perfettamente la funzione per cui sono state concepite.

Ed invece l’abbandono istituzionale si è tradotto anche in abbandono fisico: l’ultima delle strutture, il Faro, davanti al’ex Tiro a Segno, è stata data alla fiamme nello scorso maggio; la Duna, di fronte al futuro nuovo birrificio Darsenale, versa in stato di grave cedimento fisico dovuto al vandalismo e alla mancanza di una qualsiasi attività manutentiva (cosa da noi evidenziata quando le essenze arboree erano ancora in vita e, con semplici strategie, si sarebbero potute salvare). Lamentiamo quindi il totale disinteresse e la mancanza di sostegno da parte dell’Amministrazione verso un progetto svolto da volontari, con l’esclusivo interesse di sottrarre quest’esperienza al degrado e all’incuria, rammentando che il degrado e l’incuria, oltre a un costo sociale, hanno costi monetari per gestione e ripristino molto maggiori rispetto ad un’ordinaria ed intelligente manutenzione, specie se svolta da cittadini volontari. Su questo non possiamo che essere delusi e demotivati.

Per questo dopo mesi e mesi di lavoro non potevamo accettare di impegnarci senza prima conoscere – e crediamo sia una domanda non solo nostra ma che merita l’intera comunità – se l’Amministrazione ha un’idea per questi luoghi, per queste strutture e, nel caso l’avesse, quale essa sia. In caso contrario continueremo a svolgere responsabilmente il nostro lavoro, in maniera informale, finché ci sarà permesso, avviando parimenti le procedure per il disimpegno dalle installazioni, trapiantando, quando la stagione lo permetterà, quante più piante possibili e lasciando i cassoni incolti, così che non debbano soffrire e morire per sete. Dopo un anno e mezzo lasceremo di nuovo spazio al degrado ed all’abbandono: una sconfitta certo, ma non tanto per noi quanto per l’idea di un cittadino che si rende protagonista della gestione dei luoghi in cui vive, dei beni comuni come patrimonio di tutti. Un’idea di partecipazione disattesa.

In questo vogliamo però ringraziare la parte tecnica dell’ufficio Partecipazione, che ci ha comunque supportato e sostenuto nonostante la mancanza di risposte della parte politica, e il Darsena Pop Up, che tuttora costituisce il nostro campo base e che ci permettere di essere quello che siamo, e con cui continueremo la nostra simbiosi e collaborazione.