L’assegno unico e universale per i figli a carico non deve penalizzare le madri separate. Il monito arriva da Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), che ha presentato, sull’argomento, un’interrogazione a risposta immediata in Assemblea legislativa regionale.

Nel caso di separazione, ha spiegato in aula il consigliere, “la regola generale, nell’ipotesi di affidamento condiviso, prevede il pagamento ripartito al 50 per cento tra i due genitori”. Questa regola, ha aggiunto, “è valida anche nei casi, particolarmente frequenti, in cui la madre percepisce un reddito inferiore rispetto al padre”. Precedentemente all’istituzione dell’assegno unico universale, ha poi sottolineato Amico, “la madre separata aveva, infatti, diritto all’assegno per il nucleo familiare attribuito in fase di separazione, oltre alla metà delle detrazioni fiscali per i figli a carico”. Peraltro, ha quindi rimarcato, “nella maggior parte dei casi, pur in presenza di affido condiviso, i padri hanno in custodia i figli ogni due fine settimana e per una serata infrasettimanale: questa situazione grava economicamente di più sulle madri, quasi sempre conviventi in continuità con i figli per le giornate restanti”.

Amico ha quindi sollecitato l’esecutivo a “monitorare, in regione, questo tipo di problematiche, anche nell’ottica di contrastare le diseguaglianze di genere, confrontandosi poi sul tema anche con il governo nazionale”.

La risposta è arriva in aula dall’assessora regionale Barbara Lori, che ha spiegato, riferendo che la misura è attiva solo da pochi mesi, come non siano ancora disponibili dati sulla sua efficacia. Per questo -ha rimarcato- è complicato formulare valutazioni fin da ora. Ha poi comunicato, sullo stesso tema, che sono comunque attivi organi rivolti al monitoraggio di questa misura, concludendo che la stessa Regione Emilia-Romagna vigilerà per evitare qualsiasi forma di disparità fra i fruitori.