Spesso sentiamo parlare di cattura e segregazione della CO2, anche e soprattutto con riferimento al nostro territorio, senza realmente conoscerne molto.

Per la prima volta, in oltre 30 anni di lavori dei 278 scienziati sul clima riuniti dall’Onu, vengono contemplate le tecnologie di rimozione del carbonio, che sono l’argomento del libro scritto da Patrizia Feletig.

Milano Finanza ha deciso, a partire proprio da Caccia grossa alla CO2, di informare i suoi lettori sui numeri, sui soldi, sui modelli e sulle possibilità̀ concrete da tenere in considerazione per parlare seriamente della “E” (che sta per “environmental”) dell’acronimo di sostenibilità “ESG”.

Il significativo aumento dei sistemi di cattura e stoccaggio di gas serra viene considerato un’opzione inevitabile.

Il libro Caccia grossa alla CO2 sarà donato ai partecipanti fino ad esaurimento delle copie disponibili.

Proprio Ravenna potrebbe essere il territorio nel quale queste tecnologie vengono messe in atto, realizzando il primo sistema in Italia, ma anche il primo in Sud Europa e nel Mediterraneo, di cattura e segregazione della CO2.

E’ partito per la zona industriale di Ravenna-Ferrara un progetto per la cattura di circa il 90% delle emissioni di CO2 prodotte da 6 grandi emettitori operanti nel settore della chimica, della petrolchimica, della produzione di acciaio e dei servizi per l’ambiente.

Il progetto – per il quale è in corso la richiesta di un finanziamento da parte dell’Innovation Fund UE – prevede di catturare 920.000 tonnellate all’anno di CO2 mediante tecnologie interamente italiane e di convogliarla in un’unica rete di raccolta per il successivo stoccaggio nei giacimenti esausti di gas al largo della costa ravennate.

Considerando che la capacità di stoccaggio dei giacimenti dell’hub di Ravenna, che vanno da Ravenna a Bellaria, sono pari a 565 milioni di tonnellate, si può facilmente intuire come il progetto possa consolidare lo sviluppo di una nuova filiera tecnologica interamente italiana nell’alveo del raggiungimento della neutralità climatica prevista entro il 2050. La rete di raccolta della CO2 potrà inoltre costituire un’importante infrastruttura disponibile per futuri progetti di conversione ed utilizzo della CO2 non appena tali tecnologie saranno portate a maturità industriale.

Tre aziende italiane, Rosetti Marino, Nuovo Pignone e Giammarco Vetrocoke, stanno studiando la soluzione tecnologica per il Consorzio composto da cinque emettitori dell’area industriale di Ravenna (Cabot Italiana, HerAmbiente, Marcegaglia Ravenna, Polynt e Versalis) e da un emettitore dell’area industriale di Ferrara (Yara Italia). 

Il progetto prevede che la CO2 catturata venga convogliata da SNAM in un’unica rete di raccolta e che successivamente venga compressa e stoccata in giacimenti esausti di gas metano situati al largo della costa ravennate e di proprietà di ENI.

Ne parleremo con:

  • Gianni Bessi, Consigliere Regione Emilia Romagna – introduzione
  • Patrizia Feletig, Milano Finanza presentazione del libro “CACCIA GROSSA ALLA CO2
  • Piero Ercoli, Responsabile dell’unità Decarbonization Projects di Snam – intervento
  • Salvatore Giammetti, Responsabile Carbon Capture, Utilizazion & Storage ENI – intervento
  • Filippo Brandolini, Presidente di HERAmbiente e Vice Presidente Utilitalia – intervento
  • Roberto Bozzi, Presidente Confindustria Romagna – intervento
  • Alessio Vacchi, Segretario Generale Filctem CGIL Ravennaintervento
  • Michele De Pascale, Sindaco di Ravenna – conclusioni