“Era il suo ultimo giorno di stage, un 18enne di Castions di Strada (Udine) è morto ieri pomeriggio in un’azienda meccanica, schiacciato da un tubo metallico di una struttura che stava realizzando.

Al 19 gennaio 2022, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale di Bologna, sono già morti dall’inizio dell’anno 42 lavoratori (20 di questi sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere).

Nel 2021 al 31 dicembre ci sono stati 1404 morti complessivi per infortuni sul lavoro (695 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere), che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro dalle Istituzioni e non ci sono in questi numeri i lavoratori morti per covid. A questi terribili dati aggiungiamo i 502.458 infortuni segnalati all’Inail fino a novembre 2021.

Nel 2021 la Romagna ha visto 13 vittime di cui 5 solo a Ravenna, la prima provincia  a livello romagnolo.

E non ci fermiamo: alcuni giorni fa quattro operai intossicati a Marina di Ravenna, investiti da una nube tossica e in un cantiere in via Pirano, nella zona della Darsena, un operaio è caduto da diversi metri di altezza, riportando gravi traumi alla schiena e al cranio con trasporto d’urgenza al Bufalini di Cesena con codice di massima gravità.

OMICIDI SUL LAVORO e infortuni che, noi di Potere al Popolo, ci rifiutiamo da sempre di considerare disgrazie o fatalità su cui piangere, sempre dopo che un lavoratore ha perso la vita.

Del resto come ci dicono sia Confindustria che il governo dei “migliori” capitanato da Mario Draghi c’è la grande ripresa con il Pil al 6%

Il ritmo del lavoro non può rallentare e tutti i dipendenti devono essere produttivi e questo si riscontra come dato comune quando si indaga sugli omicidi sul lavoro: sicurezze disattivate, scarsa formazione dei nuovi assunti, tempi e risultati contingentati da tabelle rigorose.

La sicurezza e la vita dei lavoratori insomma come un costo evitabile rispetto a profitti enormi.

Non  parliamo poi del sistema di appalti e subappalti, girone infernale dantesco come da sempre denunciamo.

A Ravenna abbiamo da anni l’Osservatorio sulla sicurezza e la legalità del lavoro che si riunisce  in Prefettura (perché lì fa capo), sempre solo a seguito della morte di qualche lavoratore, e cosa ne esce ogni volta?

Le solite parole di circostanza: l’invito alla vigilanza, una più stretta collaborazione tra i vari soggetti coinvolti, piattaforme che tanto verranno aggirate, ect.

Lo stillicidio quotidiano di infortuni e omicidi non merita questo, ha bisogno di interventi immediati e decisi da parte di tutti, istituzioni per prime.

Deve diventare una delle priorità.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo e ci batteremo per questo sempre.”