“Come Potere al Popolo condanniamo qualsiasi forma di autonomia differenziata e intendiamo partecipare a tutte le mobilitazioni organizzate contro di essa sia denunciando il carattere di secessione camuffata, destinata a produrre disuguaglianze, squilibri tra Nord e Sud, privatizzazioni dei servizi, conflittualità tra stato e regioni, sia sottolineando le responsabilità delle forze politiche che la sostengono e l’hanno favorita in questi anni.

A seguito dei guasti  provocati dalla riforma del titolo V della Costituzione, voluto da un governo di Centrosinistra,  si sono aperte le porte a richieste di forme di autonomia regionale, prima proposte dai governatori leghisti di Veneto e Lombardia, poi anche dal governatore dell’Emilia Romagna.

Bonaccini, per differenziarsi dai leghisti, presenta la sua richiesta come meno ampia (delle 23 materie previste dalla Costituzione il Veneto ne chiede 23, la Lombardia 20, l’Emilia Romagna 15) e, come dice, ragionevole e solidale; una priorità da realizzare il prima possibile. In realtà questa richiesta temperata e bonaria, non è “cosa buona e giusta” come la si vuole passare, ma, nella sostanza, ha le stesse caratteristiche delle altre: una secessione dei ricchi che fa di Bonaccini il miglior alleato di Fontana e Zaia.

Prova ne è la risoluzione del 23 giugno 2021  della Commissione bilancio e affari istituzionali dell’Assemblea legislativa della regione Emilia Romagna ( vogliamo ricordare approvata da Lega e Pd congiuntamente) per accelerare l’iter della autonomia differenziata.

Del resto rimarchiamo come questo stesso Bonaccini oggi, da candidato e prossimo probabile segretario nazionale del Pd, dichiari che si dice “preoccupato” per gli effetti che il decreto avrà nel paese….alla vergogna non c’è mai fine.

Anche Il nostro Sindaco Michele de Pascale, come presidente nazionale dell’UPI (Unione delle province d’Italia) conferma le posizioni di Bonaccini solo con qualche piccolo distinguo: “Sull’autonomia differenziata non c’è da parte delle Province una posizione negativa anche se c’è qualche preoccupazione, perché sia chiaro che maggiore autonomia non deve trasformarsi in egoismo territoriale, perché l’Italia non può crescere se non c’è unità.”

L’attuazione del regionalismo differenziato viene considerato comunque un dato di fatto acquisito, ignorando la Petizione popolare contro l’autonomia differenziata, le richieste dei Comitati contro l’autonomia differenziata, I’ANPI nazionale, partiti, la presa di posizione di molte associazioni come Libertà e giustizia, Il Comitato in difesa della costituzione, Salviamo la costituzione, sindacati e tutti quei movimenti che anche a Ravenna si sono fatti sentire.

Riteniamo che l’Autonomia Differenziata sia il colpo finale che stanno tentando verso lo stato sociale e l’uguaglianza tra i cittadini italiani.

L’ Autonomia Differenziata è la via italiana alla privatizzazione dei servizi pubblici, la distruzione dei contratti di lavoro nazionali ( si sente riparlare addirittura delle gabbie salariali…) con l’introduzione a tutti gli effetti del liberismo selvaggio.

Ricordiamoci che non è un caso che venga accompagnata al progetto di presidenzialismo cioè all’autoritarismo centrale che si regge sulla frantumazione sociale e territoriale che vogliono.

Dobbiamo batterci contro questa offensiva verso la Costituzione.

Come Potere al popolo in alternativa proponiamo una redistribuzione della ricchezza dall’alto verso il basso, un arresto delle esternalizzazioni e delle privatizzazioni, un grande piano nazionale di sanità, scuola, trasporti pubblici e non un paese spaccato tra ricchi e poveri. “