25/04/2018 – Dopo il ritrovamento di alcune opere d’arte rubate dall’abitazione di un antiquario di Ravenna, i Carabinieri recuperano un altro pezzo pregiato appartenente alla medesima collezione. Le indagini si sono concluse con un blitz nella bottega di un restauratore della città, dove un 50enne faentino, poi denunciato per ricettazione, aveva consegnato l’opera facendo credere all’artigiano che fosse un oggetto di sua proprietà. La vicenda da cui sono partite le indagini risale a dicembre dello scorso anno, quando i Carabinieri del radiomobile di Faenza, nell’effettuare alcuni sopralluoghi per dei furti avvenuti nelle abitazioni della zona san marco, erano entrati nell’appartamento di una 46enne che sbadatamente aveva lasciato la porta di casa socchiusa. I militari dell’arma nel sospetto che qualcuno fosse entrato per rubare, erano arrivati sin dietro la porta di casa della donna. l’intervento sembrava essersi concluso con un classico “falso allarme”, se nonché, prima di salutare l’inquilina, i Carabinieri aveva notato in un angolo del salotto un imballo con all’interno, ammassate alla rinfusa, alcune opere ceramiche. si trattava di immagini sacre in ceramica faentina e di una tela raffigurante la madonna in preghiera, oggetti che poi si seppe essere risalire al XVIII secolo. Da lì iniziarono una serie di accertamenti alla fine dei quali i Carabinieri stabilirono essere opere trafugate dall’abitazione di un appassionato d’arte di Ravenna che nel 2014 aveva subito il furto di una collezione di pezzi d’arte del valore complessivo di circa 50mila euro. Dopo la denuncia per ricettazione della 46enne faentina, le indagini sono andate avanti in quanto i militari dell’arma avevano avuto il sentore che altre opere rubate al collezionista di Ravenna potessero essere ancora in circolazione nel “giro” delle conoscenze della donna. infatti, l’attività di ricerca dei Carabinieri, estesa anche alle botteghe di artigiani e agli antiquari della zona, ha portato al ritrovamento di un’altra opera in ceramica riconducibile al furto del 2014, che era stata consegnata ad un restauratore di Faenza per farla riparare. si tratta di una composizione di dodici piastrelle in ceramica raffigurante una madonna addolorata con in basso una scritta “A.Divozione.di.Gennaro.Iucci.1867”. Il ceramista che aveva l’opera in custodia ha raccontato che circa un anno fa, uno sconosciuto si era presentato presso la sua bottega e gli aveva commissionato il restauro di quell’immagine sacra, facendogli credere che fosse un oggetto di sua proprietà, pagandogli anche un acconto. a lavoro ultimato, però, malgrado l’artigiano l’avesse sollecitato più volte per telefono, quell’uomo non si era più fatto vedere. I Carabinieri, prendendo spunto dai pochi riferimenti in possesso del restauratore, sono riusciti a risalire alla persona che gli aveva commissionato il lavoro di restauro: si tratta di A.P., un 50enne di Faenza molto conosciuto dai Carabinieri che lo hanno più volte indagato per per vicende di droga e altri reati. nel frattempo l’opera è stata riconosciuta dal collezionista di Ravenna che dopo il dissequestro ha potuto riaverla indietro.