Attuando una scelta politica che la UIL FPL non può condividere, il Comune di Ravenna ha comunicato alle parti sindacali la decisione di esternalizzare, dal prossimo anno scolastico, il Polo dell’Infanzia Mani Fiorite. Come ha spiegato ai sindacati l’assessora Molducci, dal momento che il nido del quartiere Darsena  vede una domanda inevasa da alcuni anni scolastici, il progetto dell’Amministrazione prevede di trasformare una delle sezioni di scuola dell’infanzia in sezione di nido e contestualmente – adducendo la sostenibilità dei costi dei servizi – ampliare i servizi da esternalizzare trasformando la scuola dell’infanzia Mani Fiorite in Polo per l’Infanzia 0-6.

Spiace constatare come la comunicazione di una decisione già assunta, e con tempi compressi rispetto alla pubblicazione programmata per il bando, abbia chiuso la strada a una reale concertazione rispetto a un tema – quello della gestione di servizi pubblici di fondamentale rilevanza sociale, quali quelli per l’infanzia – che deve essere materia di un confronto di più ampio respiro, che definisca una visione di prospettiva del sistema educativo, coinvolgendo in maniera fattiva sia le parti sociali che i sindacati di categoria delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.

Il Comune di Ravenna sostiene di aver assunto tale decisione alla luce della minore disponibilità di risorse straordinarie, che comportano una contrazione della spesa che ha interessato tutte le aree dell’amministrazione comunale, e dell’analisi dell’andamento demografico. A questo proposito, vorremmo far presente che tali analisi andrebbero forse riconsiderate alla luce della guerra in Ucraina, che sta portando ad accogliere anche sul territorio ravennate centinaia di profughi, molti dei quali in tenera età.

La Uil Fpl ritiene che la gestione diretta dei servizi da parte del pubblico sia sempre un valore aggiunto – come si è dimostrato anche nel garantire la continuità reggendo l’onda d’urto della pandemia – e che debba essere dimostrata chiaramente la reale portata dei vantaggi che l’operazione di esternalizzazione permetterebbe di conseguire.

Richiama poi al valore dello strumento della concertazione, che non può essere di fatto svuotata di significato e ridotta a mera comunicazione, pro forma, di decisioni già assunte.