“Si è detto tutto ed il contrario di tutto sulla piscina” inizia così il comunicato stampa di CambieRà dedicato alla piscina comunale “inutile negare che l’argomento, in talune occasioni, abbia persino raggiunto, e superato, il numero di commenti tecnici di una partita della nazionale di calcio. Come gruppo politico abbiamo, sino ad ora, scelto la strada della ponderatezza, sostanzialmente perché abbiamo ritenuto importante valutare gli atti ed esprimere dubbi e perplessità in sede di commissioni consiliari dedicate, considerata la delicatezza dell’argomento.

La nostra posizione, per chiarire una volta per tutte, non è mai stata completamente contraria alla demolizione di un edificio malandato, qualora in cui si fossero accertati stati di fatto e costi di manutenzione e ristrutturazione  tali da rendere la ricostruzione la cosa migliore.

Durante i consessi, quindi – dopo aver criticato il ritardo imperdonabile di questa Giunta nell’affrontare il problema piscina a ridosso della scadenza della concessione, il 31 dicembre 2018, dopo ben 15 anni, costringendoli addirittura ad una vergognosa e clamorosa proroga di altri 6 mesi – abbiamo diverse volte chiesto se si fosse ipotizzata l’idea di far redigere una perizia ufficiale sulle condizioni dell’immobile da tenere agli atti, non solo a riprova del fatto che la scelta politica di demolire e ricostruire fosse fondata su solide valutazioni tecniche, ma anche allo scopo cautelativo qualora in cui il Comune di Ravenna avesse valutato l’ipotesi di far causa agli attuali gestori dell’impianto, i quali, per 15 lunghi anni, ne sono stati i diretti responsabili in termini di manutenzioni ordinarie ed i referenti per le straordinarie a carico del Comune.

E’ quindi piuttosto sacrosanto ipotizzare che in questi 15 anni, dato che l’immobile viene oggi considerato irrecuperabile, non si sia svolto completamente e correttamente il lavoro manutentivo concordato nei termini di concessione tra le parti; da qui il suggerimento della perizia.

Oltre a questa nostra ignorata suggestione, abbiamo altresì espresso fortissimi dubbi sul progetto interno alla nuova costruzione, ovvero il mantenimento delle 2 vasche esattamente identiche alle precedenti, arricchendo però l’offerta con nuove attività, quali centro fitness, medicina sportiva, bar e ristorantino, negozio di articoli sportivi ecc.

A nostro avviso questa proposta farebbe perdere completamente il focus su quello che rappresenta da sempre quell’edificio, ovvero la piscina comunale. La piscina, una volta realizzato il project diventerebbe marginale rispetto al resto, nonché non più idonea alle esigenze della comunità ravennate la quale, a gran voce, ha da sempre contestato il mantenimento degli stessi spazi acqua, chiedendo invece più corsie o addirittura 3 vasche, per aumentare anche l’appeal della struttura di fronte a gare sportive di più alto livello.

Inutile dire che l’amministrazione fino a ieri non ci aveva proprio voluto sentire: “il project è questo ed è immodificabile” ci riferisce l’Assessore Fagnani durante l’ultima commissione, aggiungendo di aver tra l’altro avuto il benestare anche delle società sportive locali, soddisfatte della proposta.

In ultimo la nostra contestazione si è focalizzata sul fatto che un centro polifunzionale come quello nascente, con piscine e centro fitness, coadiuvato da un contributo comunale annuo di circa 600 mila euro, per i primi 11 anni, per poi scendere a oltre 500 mila, innesca una concorrenza sleale nei confronti del centro fitness situato accanto alla stessa piscina, il quale, senza poter beneficiare di contributo pubblico, si è comunque radicato nel territorio e nella comunità cittadina con le proprie forze e grazie alle proprie capacità imprenditoriali, facendosi apprezzare, e domani potrebbe ritrovarsi penalizzato dalla nuova concorrenza avvantaggiata dall’appoggio della pubblica amministrazione.

Dopo tutta questa bagarre politica di opinioni, spunti, suggerimenti, discussioni accese e petizioni varie partite sul territorio, arriva una lettera firmata da una decina di società sportive, le quali, a differenza di quanto ci venne propinato dall’Assessore, affermano la loro contrarietà all’avviamento del progetto, apportando motivazioni tecniche, e chiedendo che ci si pensi su un po’ di più.

Il miracolo: il Sindaco De Pascale decide, quindi, di prendere in mano la situazione, bypassando il proprio Assessore che fino ad ora ci ha messo faccia, anima e corpo nel portare avanti con tutta la fermezza del caso questa idea apparentemente innovativa e risolutiva, e chiedendo al Consiglio Comunale il rinvio della delibera che avrebbe inserito il progetto nel programma di investimenti, affermando addirittura che “è dovere di chi amministra, prima di prendere decisioni importanti, saper ascoltare a fondo le opinioni della propria comunità”.

Ritenendo da sempre che la capacità di fare un passo indietro e fermarsi, prima di combinare un danno irreparabile, sia un sintomo di onestà intellettuale, umiltà ed intelligenza, abbiamo votato a favore del rinvio, utile a tutti e per vari motivi, anche opposti tra loro, tuttavia, in questo caso, la mossa ha tutta l’aria di una presa di posizione politica del Sindaco nei confronti del suo stesso Assessore, quasi considerato “avversario” proprio a ridosso delle primarie PD, tanto da “tagliargli” pubblicamente la faccia relegandolo al silenzio e al rinvio per ripensamento. Gran brutta figura.

Il dato politico che emerge non è dei migliori: siamo governati da una Giunta che di fatto è Disgiunta ed il risultato è ormai evidente a tutti: tra tira e molla politici anche la piscina rischierà di diventare terreno di battaglia continuando ad affondare nel proprio degrado.

Altro che fidejussioni applicate ai progettisti a titolo di penale, qualora in cui non si presentassero al bando, qui servirebbero fidejussioni da parte dell’Amministrazione nei confronti dei cittadini per risarcirli,  qualora in cui si perdesse tempo a creare maccheroni confusionari, come in questo caso”.