“Urge una mobilitazione dei capannisti e dei Ravennati per salvare la Pialassa Piomboni” chiama alla protesta il movimento civico della Pigna visto lo stato attuale della Piallassa Piomboni, la secca che ha colpito l’area che potrebbe così trasformarsi in zona non più navigabile, con un bacino idrico notevolmente ridotto e relative conseguenze sul sistema natura.
“Le dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal Presidente dell’Autorità Portuale Daniele Rossi sono gravi per quanto chiare: la Pialassa non sarà più navigabile e l’acqua avrà una profondità massima di poche decine di centimetri. Questa é, di fatto, una sentenza di morte per i Piomboni” accusa La Pigna.
“Le cause non sono da ascrivere a problematiche naturali bensì a precise volontà e responsabilità politiche.  Gli interessi economici dei soliti noti, ben tutelati dal Pd ravennate, prevalgono, come sempre, su quelli dei ravennati e dell’ambiente. La presenza della casse di colmata strapiene di rifiuti, le stesse casse che da anni hanno le autorizzazione scadute, ne sono un’evidente prova. Nessuno ha mai verificato gli effetti e le conseguenze di queste enormi discariche sullo stato di salute della Pialassa Piomboni.
Al pari, nessuno ha mai verificato la qualità dei terreni della Pialassa e cercando di individuare da cosa siano effettivamente composti.
É chiaro che, al di là dei proclami piddini, l’obiettivo della Giunta Municipale de Pascale é quello di rendere non più fruibile la Pialassa Piomboni.
Proprio per evitare questa più che concreta eventualità e per dare più forza a chi, come la lista civica La Pigna, si oppone seriamente e fermamente al triste destino della Piallassa, esortiamo tutti i ravennati a cui sta a cuore l’ambiente e quindi anche la Pialassa Piomboni, i capannisti e gli ambientalisti a far sentire la propria voce e ad organizzare spontaneamente una manifestazione sotto la sede dell’Autorità Portuale e sotto il Comune, per chiedere lo stop delle azioni che stanno uccidendo la Pialassa e la sua effettiva riqualificazione e rinascita.
Solo una forte mobilitazione può, infatti, far preoccupare il Pd al punto da costringerlo a desistere dal suo progetto”.

Alla richiesta di una mobilitazione da parte del gruppo La Pigna, fa eco il meetup “A riveder le stelle”.
“La peggiore delle profezie, preannunciata da comitati, associazioni ambientaliste e da alcuni gruppi politici ormai da oltre un decennio, pare essersi avverata. Cittadini sconvolti segnalano la morte della Pialassa del Piombone. L’antica laguna, mirabile opera di ingegneria idraulica settecentesca, paradiso naturale e bellezza unica del nostro patrimonio ambientale, tutelata dalle leggi italiane ed europee, sembra definitivamente affogata sotto i progetti del “partitone” ed il fango delle speculazioni portuali.
Soldi pubblici per distruggere un patrimonio di biodiversità ed una zona umida: al recente convegno dal titolo “Le oasi palustri ravennati: un paesaggio instabile e minacciato” è stato sottolineato il valore ecosistemico (e quindi quantificabile in denaro) delle zone umide. Da anni lo abbiamo scritto, avendo collaborato anche all’esposto grazie a cui, nel 2013, furono sospesi i lavori fuori regola diretti dall’onnipresente Claudio Miccoli. La pialassa è stata utilizzata come discarica di fanghi di dragaggio, e l’interrimento a cui sta andando incontro completerà con molta probabilità l’opera, rendendo disponibili centinaia di ettari, prosciugati e marcescenti, per lo smaltimento di molti altri fanghi del Candiano.
Un volo aereo effettuato qualche giorno fa da questo MeetUp grazie alla disponibilità del consigliere della zona del Mare di Lista per Ravenna Luca Rosetti, ha mostrato la questione in tutta la sua drammaticità: si vede una marea di fanghi sversati dentro l’area umida, probabilmente fuoriusciti dalla nuova cassa di colmata da circa 11 ettari realizzata dentro al SIC/ZPS ed edulcorata con la denominazione “piazzale per movimentazione mezzi”. Il progetto di ricircolo delle acque che dà la vita alla pialassa pare a tutti gli effetti fallito, tant’è che alcune zone sono ormai ostruite dal fango, le barene sono incomplete e il canale circondariale Piombone è bloccato ad uno dei due ingressi. I canali di progetto, stando alle riprese, dovrebbero essere già stati scavati, ma evidentemente non funzionano, tant’è che il presidente dell’Autorità Portuale, senza batter ciglio, dichiara che “la pialassa non sarà più navigabile”. Ma conosce le varie profondità che caratterizzavano la valle? Conosce i dislivelli delle maree che rendevano sempre navigabili alcuni tratti della pialassa? Cosa intende per “condizione permanente”, quando i dislivelli delle maree, variabili da mezzo metro ad oltre un metro, sono (o erano) di certo un fatto non “permanente”? Le quote dei canali interni segnavano da progetto  2 metri. Non bastano per passarci con una barca a fondo piatto? Ma sa di cosa parla, il dottor Rossi?
Anche la frase dello stesso Rossi che annuncia i lavori in dirittura d’arrivo perché già completati al 90% suona di grottesca presa in giro, dato che le immagini sembrano mostrare tutt’altro. A meno che Rossi non si riferisse a lavori diversi e non agli “Interventi di risanamento della Pialassa del Piombone e di separazione fisica delle zone vallive dalle zone portuali mediante arginatura naturale” come è stato spacciato a parole gentili il progetto. Perché, cosa c’è di meglio per favorire il circolare delle acque, se non tirare su un bell’argine largo oltre 50 metri e alto 4 metri? Ricordiamo una commissione in cui l’assessore all’ambiente Guerrieri ci invitò a stare sereni e a riparlarne dopo un po’ di anni.
Vedremo, dopo un po’ di anni, cosa verrà raccontato stavolta alla commissione consiliare in programma sul tragico epilogo”.